La supply chain perfetta secondo Indicod Ecr

Perdere in media un settimo del fatturato in una situazione di crisi di vendite, perché non si fa trovare sugli scaffali quello che ci dovrebbe essere e che il cliente sarebbe disposto a comprare: per quanto possa parere assurdo è quello che succede in gdo per colpa delle rotture di stock, anche se sarebbe ingeneroso qualificare come autolesionismo le inefficienze sia pur vistose con cui le catene gestiscono magazzini e riordini. Anche perché non tutte le colpe sono della distribuzione, ma spesso errori nella pianificazione logistica e problemi di “interfaccia” con i partner industriali giocano un ruolo fondamentale.

La soluzione Indicod Ecr
Come si giunge al dato appena citato? Lo ha spiegato stamattina il direttore generale Bruno Aceto al convegno che Indicod Ecr ha dedicato all’Osa (Optimal Shelf Availability). Quando il cliente non trova il prodotto desiderato sullo scaffale del pdv, può cambiare prodotto (nel 37% dei casi), può rinunciare all’acquisto (10% dei casi) oppure spostare la ricerca in un altro negozio (20%). Le metodologie di Osa consistono nell’implementare tutte le iniziative volte a misurare le rotture di stock a scaffale con relative conseguenze su vendite e disservizi, individuare le cause principali di eventuali problematiche e i relativi processi chiave, e sensibilizzare tutti gli attori della filiera per correggere insieme i malfunzionamenti, monitorare i cambiamenti e i risultati.

Dopo numerose esperienze pilota effettuate all’interno di numerose realtà aziendali ora Indicod Ecr è pronta per lanciare un progetto generale di Osa: l’obiettivo è quello di realizzare una supply chain a zero difetti: un programma vasto, come avrebbe detto il generale De Gaulle, ma che forse si potrà conseguire, con buona approssimazione, in tempi ragionevolmente brevi. Ne parleremo nei prossimi numeri di Gdoweek

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