Linkontro: le parole dell’Italia che vuole cambiare

Dedicata al Valore del Noi ma anche a Roberto Fiammenghi, consigliere di Coop Italia venuto improvvisamente a mancare proprio nelle ore della vigilia dell’evento Nielsen, cui è andato il caldo e commosso applauso della platea.

550 partecipanti, 200 aziende
Sala gremita come ai tempi pre-crisi, con oltre 550 partecipanti in rappresentanza di più di 200 aziende del largo consumo. Il ritmo lo ha dato Beppe Severgnini, editorialista del Corriere della Sera, invitando gli ospiti del primo dibattito a un rito nuovo: di fronte al cambiamento di questo Paese -si cita Battiato: "rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare"- una parola chiave a testa e tre minuti a disposizione per spiegarla.

Il cambiamento riguarda gli altri
Ne è scaturito un percorso, non proprio una passeggiata: ostacolo (Moscetti), testa (Pedretti), Op-z (Capua), ambizione (Campriani), valore (Rossi), cui si sono aggiunte in coda stallo (Severgnini) e guscio (Zublasing, ospite a sorpresa). Il senso è quello di un Paese abitato da persone che vogliono… vedere cambiare gli altri, ma che sembrano avere ben poca voglia di fare il primo passo. Questo è il punto di vista che include gli interminabili ostacoli che si intravvedono lungo il percorso (addirittura una nuova professione: l’ostacolista…), che portano allo stallo non più inteso come il piedistallo delle statue, piuttosto quello dell’ala di un aereo che inizia a precipitare. Fino al guscio, in cui rifugiarsi per non vedere gli impedimenti.

In Italia è difficile creare valori
Poi c’è chi non si arrende ed ambisce al diritto di sognare, al diritto di non avere rimorsi e che per dimostrare che si può diventa ingegnere a pieni voti in America in West Virginia e oro olimpico a Londra. Va considerato che questo resta un Paese in cui è difficile dimostrare il proprio valore o creare valori, autentica parola di congiunzione fra le due visioni pessimista ed ottimista verso il futuro della penisola. Che in ogni caso rimane piena di opportunità (O) se si è capaci di giocarle nel periodo giusto (P) auspicando di intraprendere il piano zeta (Z): che è sì l’ultimo da prendere in considerazione, ma spesso proprio quello capace di rompere gli schemi non funzionanti.
Probabilmente è nelle opzioni impossibili che l’Italia può trovare le risorse per uscire dalla sua apparente situazione di immobilismo: apparente perché intanto la situazione precipita. Nielsen invita tutti a provarci insieme e collaborando. Ne riparleremo anche nei prossimi due giorni.

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