L’X-Factor blockchain

foto apertura blockchain
Brand di diverse categorie merceologiche dell’alimentare sposano la tecnologia 4.0 per distinguersi sul mercato e offrire una garanzia di tracciabilità e tutela per i richiami prodotto

La blockchain è ritenuta tra le innovazioni a più alto impatto sul business nel prossimo futuro. La tracciabilità di filiera è oggi un biglietto da visita essenziale e questa tecnologia garantisce che i dati inseriti siano immutabili. Un fattore distintivo, che alza l’asticella della sostenibilità rispetto alle certificazioni di base. Diverse aziende dell’alimentare la stanno adottando: tra i più attivi il mondo del vino e dell’olio, pasta, acquacoltura. Grandi brand e di nicchia che possono così distinguersi sul mercato. Certo, il maggiore impatto sarebbe l’integrazione di tutti gli anelli della catena, ma per ora i retailer stanno saggiando il terreno.

“Tra i benefici c’è anche la velocità e accuratezza con cui si può fare un richiamo prodotto” ricorda Emiliano Pacelli, Ai Applications Technical Sales Leader di Ibm Italia.

Pacelli Emiliano IBM Italia
Emiliano Pacelli, AI Applications Technical Sales Leader di IBM Italia

Per Coricelli il percorso in questa direzione è iniziato nel 2019 con la nascita della prima linea di prodotti tracciati di filiera “Casa Coricelli”. Nel 2021 l’ulteriore passo avanti con la blockchain applicato all’olio extravergine classico Pietro Coricelli, un blend comunitario. “Abbiamo iniziato a lavorare con Sas Informatica di Perugia, business partner di Ibm, per tracciare i prodotti con Ibm Food Trust, soluzione basata sulla piattaforma Ibm Blockchain Transparent Supply. La tecnologia è stata applicata al prodotto più venduto per renderla democratica e accessibile a tutti i nostri consumatori -spiega l’ad Chiara Coricelli-. Tutto il percorso di sostenibilità e trasparenza che stiamo portando avanti ha un forte impatto in termini di brand awareness e credibilità”. Viene tracciato tutto quello che è possibile tracciare, dall’origine alle analisi, “tutti i 25 parametri chimico-fisici previsti dalla normativa, panel test interni ed esterni -aggiunge Francesco Tabano, direttore commerciale-. Il prodotto in blockchain è arrivato prima in Esselunga nel 2021 ed è oggi nel 60% della ponderata italiana”. Ma il progetto va avanti. A febbraio-marzo 2022 è previsto il tracciamento in blockchain anche l’extravergine italiano Coricelli. ”Uscirà dapprima su Pac2000 Conad. Tutto il prodotto che commercializziamo dovrà tendenzialmente essere tracciato in blockchain”.

Coricelli
Coricelli ha introdotto la blockchain sull’olio extra vergine di oliva

Molto attivo è il settore pasta. Pastificio Liguori entro il 2022 adotterà la blockchain per certificare la sua filiera italiana. Per la tracciabilità dell’intera linea, 28 Pastai, piccolo pastificio artigianale che produce pasta di alta qualità partendo dalla grande tradizione gragnanese, ha scelto la tecnologia di Authentico, azienda specializzata sul mercato dell’anti-contraffazione alimentare. Oltre all’origine della semola impiegata, per la prima volta è stata certificata la temperatura e il tempo di essiccazione della pasta. “La blockchain ci ha consentito di posizionare il nostro prodotto con un valore maggiore nella categoria premium. E siamo entrati in alcuni canali retail specializzati che hanno accolto la prima pasta di Gragnano certificata in blockchain” afferma Elena Elefante, amministratore Unico 28 Pastai.

Un altro pastificio artigianale che ha fatto questa scelta è Mancini Pastificio Agricolo. Da gennaio 2021 ha adottato la blockchain per la propria pasta di semola prodotta con grano marchigiano. Lo spazio digitale Trusty è stato sviluppato in collaborazione con la startup digitale Apio con Var Group su tecnologia Ibm Food Trust. La tecnologia rende trasparenti quattro passaggi principali di produzione: trebbiatura del grano duro, molitura, trafilatura in bronzo, confezionamento. “È un nuovo strumento per raccontare in maniera ancora più trasparente e verificabile la nostra realtà di pastificio agricolo” fa sapere Lorenzo Settimi key account, marketing & comunicazione Azienda Agricola Mancini Società Agricola.

Trusty
La piattaforma Trusty è stata sviluppata in collaborazione con la startup digitale Apio e con Var Group su tecnologia Ibm Food Trust

Anche il riso sposa la blockchain. Meracinque è uno dei primi progetti di applicazione. Il brand è nato nel 2017, avviato da cinque sorelle della famiglia Tovo, tra il Veronese e Mantovano. Ha applicato questa tecnologia nel 2020 sul Carnaroli Classico, bianco e integrale, tracciato con la piattaforma Trusty. “Ci serviva uno strumento che raccontasse quello che facevamo sul campo: trattamenti con microorganismi naturali, essiccazione naturale, invecchiamento -racconta Benedetta Tovo, co-founder del marchio e responsabile del progetto di tracciabilità in blockchain-. La blockchain permette di raccontare queste cose in modo facile e veloce, facile da fruire”. Una decina i parametri trattati. Mereacinque, nella nuova confezione in pack compostabile, è distribuito da Esselunga. “I buyer cominciano a conoscere la blockchain. Per il futuro puntiamo ad ampliare la gamma”.

GLI SVILUPPATORI: PIÙ FORZA SE COINVOLTI TUTTI GLI ANELLI DELLA CATENA

Si chiama Trasparent supply network la piattaforma ospitata in cloud di tipo permissioned sviluppata da Ibm. “L’abbiamo resa semplice, espandibile e tailor made anche da partner certificati Ibm” dice Pacelli. In blockchain Ibm Italia ha portato circa una ventina di brand dell’agroalimentare e alcuni retailer. “Con Coop abbiamo fatto un progetto sulle uova fresche senza uso di antibiotici o allevamenti intensivi della linea Coop Vivi Verde che è arrivata sugli scaffali in Italia nel 2019. Con Carrefour abbiamo certificato il puré e prodotti per bambini”.

Lorenzo Cremona Oracle
Lorenzo Cremona, Director of Product Management of Blockchain Platform Cloud Service di Oracle

Lorenzo Cremona è direttore dello sviluppo prodotti basati su Oracle blockchain Cloud Service per l’area Emea. “Con la blockchain forniamo un servizio in più a tante realtà che già usano i nostri prodotti. Il nostro plus è basato su scalabilità, prestazioni e integrazioni con molti sistemi esterni”. Sono un centinaio le aziende dell’agroalimentare che Oracle ha portato in blockchain: tra queste Certified Origins (conosciuta con l’olio evo Bellucci, esportato negli Usa). Oracle sta lavorando in ambito blockchain anche con grandi brand italiani e stranieri e nel mondo retail con Whole Foods e Cosco. Tra le piattaforme più usate c’è la neonata Trusty che sfrutta diverse soluzioni blockchain, tra cui Ibm Food Trust, ritagliandole sulle necessità dei clienti. “Permette di fare track and trace ma anche inserire contenuti multimediali -spiega Alessandro Chelli, co-founder di Apio-Trusty-. Stiamo portando avanti anche progetti di filiere etiche, per esempio sul cacao in Costa d’Avorio e Colombia”. La App Foodchain utilizza la blockchain pubblica Quadrans, una rete a basso impatto ambientale che richiede risorse hardware minime per la gestione dei nodi. “Le aziende che scelgono la dApp Foodchain utilizzano una tecnologia complessa con un un’in- terfaccia web user-friendly” fa notare il ceo di Foodchain, Marco Vitale.

CARREFOUR, L’ESPERIENZA DEI RETAILER

carrefourTra gli attori della grande distribuzione Carrefour è stata pioniera in Europa nell’introdurre la tecnologia blockchain per la tracciabilità dei beni alimentari. In Italia ha applicato questa tecnologia a partire dal 2018 su alcuni prodotti della linea Filiera Qualità Carrefour. “Siamo partiti con la filiera del pollo allevato all’aperto, poi su quelle dei limoni siciliani e delle arance tarocco, infine su quella del latte microfiltrato. I prossimi progetti sono previsti per le uova da galline allevate all’aperto senza uso di antibiotici e per le arance sanguinello -fa sapere Angelo Arrigoni, responsabile Filiera Qualità Carrefour Italia-. L’applicazione della tecnologia blockchain, attraverso la scansione di un codice QR posto sulle confezioni, permette di offrire molte informazioni sul percorso di un alimento, per tutte le fasi di produzione, garantendo in tal modo la massima trasparenza sull’origine del prodotto che si sta acquistando. Inoltre rappresenta anche uno stimolo allo sviluppo di una cultura dell’innovazione nei confronti dei produttori, che possono beneficiarne in tutti gli ambiti della loro attività. I produttori vengono infatti formati da Carrefour per imparare a utilizzare questa piattaforma tecnologica, senza, per loro, alcun costo aggiuntivo”.

I PIONIERI NELL'ORTOFRUTTA

Nel mondo dell’ortofrutta la blockchain si sta facendo strada grazie a una decina di aziende pionieristiche. Tra queste c’è Terra Mia Italia, nuovo brand che arriverà ad associare 35 Op e 400 aziende del territorio nazionale. L’obiettivo è arrivare a tracciare in blockchain 200 referenze. Sul mercato sono già arrivati gli agrumi. “Li abbiamo inseriti in Eataly, insegna molto sensibile al tracciamento -spiega il presidente Marco Bellucci-. Poi li abbiamo distribuiti presso Ecor. Con l’Op Frujt di Locri e attraverso un canale distributivo arriviamo praticamente nel Carrefour nel Centro-Sud”. Sono dieci le aziende pilota che entro il prossimo febbraio dovrebbero iniziare a distribuire i prodotti tracciati. Melanzì, brand della società cooperativa agricola Ortonatura, è prossima a lanciare la prima blockchain applicata a tutta la produzione di melanzana. In rampa di lancio anche i primi prodotti del Consorzio del pomodoro di Pachino Igp. Nel mondo dei surgelati Bofrost Italia attualmente traccia con blockchain due prodotti: uno vegetale, spicchi di cuore di carciofo, e uno ittico, filetti di merluzzo nordico.

Da Gdoweek n. 3, 28 febbraio 2022

 

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