Made in? Interessa a qualcuno?

EditTwitter12015Ha ragione l’Ad di Conad, Francesco Pugliese: la nuova normativa che riguarda le etichette pur tutelando il consumatore in mille modi, cade sulla non obbligatorietà dell’indicazione del sito produttivo, sostituito invece dalla sede legale. Facciamo un esempio: se apro l’ufficio a Parma e produco del simil Parmigiano in Ucraina, l’indirizzo sull’etichetta del mio prodotto sarà Parma. Ed è così che il già tartassato agroalimentare italiano perde uno dei suoi a tout. Contro questa revisione si sono schierati i 5 Stelle. Il Mipaaf e il Ministro Martina promettono che rivedranno la cosa; poco o nulla dagli altri. Silenzio assoluto dal governo. Era una legge solo italiana, che avrebbe dovuto diventare europea e invece  è successo il contrario. Le aziende che tengono duro, che continuano a produrre in Italia, malgrado costi più alti e maggiore burocrazia vedono l’arma del made in Italy spuntata, chi vuole investire nell’azienda Italia comprando italiano, non avrà più sicurezze. E, ancora una volta, il settore ne esce mortificato.

1 commento

  1. Le lobbies della grande distribuzione internazionale e delle multinazionali giocano duro.
    Dopo Francesco Pugliese ….chi altri alza la voce?

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