Kroger-Albertsons: matrimonio tra big Usa della gdo

Kroger e Albertsons uniscono le forze dando vita a un colosso da circa 210 miliardi di fatturato, con 3,3 di utile netto all’anno

Il numero due e il numero quattro dei negozi al dettaglio negli Stati Uniti uniscono le forze. Confermando le voci circolate nella serata di ieri, Kroger, che in terra a Stelle e Strisce è dietro alla sola Walmart, ha raggiunto un accordo di massima per acquisire Albertsons (quotata in Borsa dal 2020, con il 29% in mano a Cerberus, fondo di private equity che deteneva la maggioranza assoluta fino all’Ipo), che è ai piedi del podio dietro Costco.

Un’operazione da 34,10 dollari per azione, il che implica un valore aziendale totale di circa 24,6 miliardi di dollari (poco più di 25 miliardi di euro), inclusa l’assunzione di circa 4,7 miliardi di dollari (4,8 miliardi di euro) di debito. Il prezzo rappresenta un premio di circa il 32,8% rispetto al prezzo di chiusura del 12 ottobre e del 29,7% rispetto al prezzo medio degli ultimi 30 giorni.

L’accordo è stato raggiunto sette mesi dopo che Albertsons aveva annunciato una revisione globale delle proprie strategie, con l’incarico di advisor finanziari affidato a due big del settore come Goldman Sachs e Credit Suisse.

I numeri dell’aggregazione

Sommando le due realtà destinate all’aggregazione, l’occupazione ammonta a 710mila persone, con 4.996 punti di vendita, 66 centri di distribuzione, 52 stabilimenti di produzione, 3.972 farmacie e 2.015 centri di rifornimento. La somma dei fatturati è di circa 210 miliardi di dollari (138 miliardi l’acquirente e poco più di 70 l’acquisita), con 3,3 miliardi di dollari di utili netti e 11,6 miliardi di dollari di Ebitda rettificato nell’anno fiscale 2021.

Il presidente e ceo di Kroger ha tenuto a sottolineare la complementarità delle due aziende, con Albertsons che “opera in diverse parti del Paese, caratterizzate da pochissimi o nessun negozio Kroger. La fusione-ha aggiunto-va inquadrata nella nostra strategia che punta a costruire un sistema alimentare più equo e sostenibile espandendo la nostra impronta in nuove aree geografiche per servire più America con cibo fresco e conveniente”.

Snellimento in vista

Per il completamento dell’acquisizione sarà necessario ottenere il via libera dell’Antitrust americano, che verosimilmente imporrà la cessione di alcuni punti di vendita per evitare situazioni locali di posizione dominante.

Secondo le indiscrezioni circolate sul mercato, Albertsons è orientata a costituire una SpinCo che verrebbe ceduta agli azionisti di Albertsons immediatamente prima della chiusura della fusione e opererebbe come una società quotata autonoma. Le due aziende hanno concordato di collaborare per determinare quali negozi comprenderebbero SpinCo, nonché la capitalizzazione pro forma della stessa, che dovrebbe controllare tra 100 e 375 negozi.

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