Penny Market cerca opportunità

Prioritario incrementare la presenza sul territorio, per giocare un ruolo di primo piano. (da Gdoweek n. 13)

“Ci stiamo focalizzando di nuovo sullo sviluppo: abbiamo un programma intenso di aperture e di ristrutturazioni a conferma che l’Italia rappresenta una priorità. Siamo convinti che ci siano ancora buoni spazi di crescita per una proposta come la nostra, che si caratterizza per qualità, facilità e convenienza”. Questo il piano di Penny Market, insegna del gruppo Rewe, secondo gli Ad Miodrag Borojevic e Roberto Fagnani.

La parola d’ordine, quindi, è crescita.
Sì. Lo sviluppo territoriale è oggi la nostra priorità strategica: dall’inizio dell’anno, abbiamo già aperto 12 store, ma l’obiettivo è arrivare a 25 nuovi store, passo che vogliamo mantenere per i prossimi tre anni, per raggiungere una presenza più omogenea. La rete attuale è concentrata soprattutto in Piemonte, Lombardia e Toscana, ma vogliamo crescere in Emilia Romagna e nel sud, Puglia, Campania, Sicilia.

E in Triveneto? Lasciate il territorio ai competitor e ... ad Aldi?
Il Nord Est non è un’area facile per il grande sovraffollamento di insegne locali, nazionali e internazionali, oltre i concorrenti diretti come Eurospin e Lidl ... forse Aldi: li conosciamo bene, ma l’Italia è fatta di tante esperienze diverse, non basta fare “copia e incolla” da altri Paesi. Noi siamo qui da 22 anni: non ci fanno paura e andiamo avanti per la nostra strada.

Lo sviluppo avverrà solo per via diretta o prevedete acquisizioni?
Non escludiamo nulla. Abbiamo risorse importanti a disposizione da parte della casa madre. Il punto centrale è trovare le giuste opportunità.

Pensate anche all’eCommerce?
È un progetto che Rewe sta sviluppando in Germania, dove è già attivo; in Italia stiamo ancora studiando.

Avete affinato il format, sempre più vicino a quello dei super ...
Oggi non hanno più senso distinzioni sui format: è un discorso tra addetti ai lavori, mentre il consumatore cerca qualità, tempi rapidi e prezzi convenienti. E va dove li trova. Lavoriamo per questo e il nuovo format, che si chiama Ambient 3.0, è stato definito applicando criteri di shopper marketing e ascoltando i desideri dei nostri clienti. In questo concept, abbiamo sviluppato ulteriormente i prodotti freschi, dando più spazio a verdura e latticini, aggiunto uno spazio per una piccola gastronomia servita per formaggi, salumi, piatti pronti, e rivisto lo scaffale dei vini, con una comunicazione più efficace a livello di informazioni in grado di garantire un migliore orientamento.

A quanti store avete applicato il nuovo format ?
I negozi con la nuova ambientazione sono circa 40, tra nuove aperture e ristrutturazioni. Ma i programmi di adeguamento sono molto intensi: abbiamo dedicato all’ammodernamento complessivo della rete un budget di circa 72 milioni di euro. E abbiamo
intenzione di investirli tutti in tempi brevi, per un’ambientazione curata, in linea con le richieste di consumatori che vogliono fare la spesa in luoghi funzionali e gradevoli.

A fronte di questi investimenti, meglio acquistare o essere in affitto?
Il 40% dei nuovi immobili sono di proprietà, il resto in affitto. Se la location è ottima e ha potenzialità, non abbiamo dubbi nell’acquisto: non ci mancano le risorse.

Parliamo di assortimento. Quali le caratteristiche?
La struttura dell’offerta è composta per circa il 30% da prodotti di marca, da circa il 25-30% da marchi di fantasia, cioè follower e fornitori locali dei singoli territori che ci distinguono dai competitor, e il restante 35-40% dalle marche private Penny, tra cui Penny Punto, il mainstream, Le Freschette per i salumi, La Filiera in Tavola per le carni che ha anche la certificazione CSQA, Valbontà per i latticini, Cuor Di Terra per i prodotti regionali di qualità. L’obiettivo è di arrivare a un’incidenza della nostra marca pari a circa il 45%.

Cosa rappresentano i social per Penny Market?
Sono sempre più importanti e rappresentano il futuro: Facebook è il canale di riferimento, mentre preferiamo Youtube per le promozioni. Gli investimenti in questi media cresceranno, così come quelli nei media tradizionali. a conferma della volontà di giocare un ruolo importante.

Ha collaborato Barbara Trigari

Curiosa di tutte le forme di retail, italiano e internazionale, fisiche e online, food e non food. Da anni, seguo le evoluzioni (e le involuzioni) di questo mondo con l'obiettivo di raccontare, con occhi attenti e un pizzico di ironia, nuove realtà, iniziative originali, aggregazioni innovative, negozi d'impatto, e …

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