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La crisi pesa sui rapporti tra idm e gdo. È una delle evidenze che si possono ricavare dall'ultima affollatissima edizione del terzo Consumer & Retail summit promosso da Il Sole 24 ORE in collaborazione con le testate del Gruppo GDOWEEK, MARK UP e Trasporti.

I tempi di pagamento
Uno dei temi al centro del dibattito è stato infatti il ritardo dei pagamenti ai fornitori da parte della gdo, con il presidente di Centromarca Luigi Bordoni che ha denunciato come insegne complessivamente rappresentanti i tre quarti del mercato abbiano ormai dilatato del 50% i tempi di pagamento rispetto alle previsioni contrattuali.
Al di là delle ragioni e dei torti (Vincenzo Tassinari, presidente di Coop ha replicato in diretta, Federdistribuzione ha emanato un'immediata dichiarazione contestando i dati) resta il fatto che quando la coperta diventa più stretta si cerca di tirarla il più possibile dalla propria parte: con il credit crunch disporre di denaro liquido è fondamentale.

Un rilancio sostenibile
Ma non sono soltanto le questioni contrattuali a preoccupare idm e gdo: entrambe devono fare i conti con un consumatore che sta profondamente cambiando abitudini e le strategie da implementare ne dovranno tenere conto se si vuole arrivare a un rilancio effettivo dei consumi.
Nel suo intervento di apertura nella sessione mattutina, coordinata dal direttore di MARK UP Luigi Rubinelli, Federico Lalatta Costerbosa, Partner & Managing Director di The Boston Consulting Group ha segnalato che si prospettano tempi duri per i follower per chi presenta un'offerta media; la polarizzazione dei consumi infatti è stata accentuata dalla crisi.

Crisi che, peraltro, non ha avuto solo aspetti negativi: con un'efficace citazione manzoniana, Giampaolo Fabris, ordinario di Sociologia dei Consumi all'Università San Raffaele di Milano, ha ricordato come Don Abbondio, alla conclusione della peste, dice che alla fine dei conti l'epidemia non ha fatto solo del male perché ha fatto sparire anche Don Rodrigo; analogamente il consumatore, già convinto di dover spendere meno, grazie alla crisi ha scoperto la necessità di spendere per consumi più sostenibili, e questo è un trend destinato a rafforzarsi, al di là dell'eventuale ripresa economica.

Nelle due tavole rotonde successive rappresentanti di gdo e idm hanno dibattuto dei temi del pricing e dei rapporti contrattuali tra insegne e fornitori.

Nel pomeriggio tecnologia, sostenibilità e segmentazione
La seconda parte della giornata, moderata dal caporedattore di GDOWEEK Ugo Stella, ha visto Fabio Vacirca di Accenture illustrare i rapporti fra crisi e cambiamenti introdotti dalla rivoluzione digitale nel reatil inteso come canale di comunicazione. Luca Pellegrini, ordinario di marketing Iulm di Milano, ha parlato dei driver che guideranno la spesa del consumatore nel dopo crisi, mettendo l'accento sulle tematiche della sostenibilità. Flavio Ballerini, Ad Ncr, ha illustrato i più interessanti sviluppi tecnologici riguardanti la distribuzione, mentre ancora sulla sostenibilità come fattore chiave dei prodotti acquistati dagli italiani era incentrato l'intervento di Francesco Fuselli, di Scs Consulting. Fabrizio Morandi di Tns ha parlato di come sostenere la marca in tempi difficili.
Indi si è svolta una tavola rotonda presenti idm e distribuzione sul tema della segmentazione da cui è emerso che la migliore conoscenza possibile del proprio consumatore, unita alla fidelizzazione sono elementi in grado di contrastare il fenomeno del trading down. Infine Giuseppe Minoia, presidente di GFK Eurisko ha tirato le fila del convegno parlandoci di nuove percezioni della realtà, nuove visioni del mondo e nuovi atteggiamenti del consumatore di fronte alla crisi.

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