Seamless experience. Da sogno a realtà, la location da sola non basta più

L'editoriale della direttrice Cristina Lazzati (da Gdoweek n. 15)

Chi mi conosce sa che anche in vacanza non manco di visitare negozi e supermercati, con buona pace della mia famiglia che, rassegnata, mi segue nei mio girovagare. Quest’anno è stato diverso: a New York, dove andiamo spesso, il mio itinerario non solo mi ha sorpreso ma ha reso tutti felici e così ho scoperto che i negozi sono i nuovi parchi giochi del futuro (per grandi e piccini). L’experience, di cui abbiamo spesso scritto, talvolta come se si trattasse di un’araba fenice, oggi è già “vera”, reale. Per la prima volta, la mia articolata (in termini generazionali) famiglia non si è buttata sulla prima seduta disponibile, ma ha provato, giocato, guardato e ... acquistato. Alcuni brand, quelli dello sport, per esempio, sono già arrivati ad offrire quella “seamless experience” tra virtuale e reale che fino a poco tempo fa era solo un dichiarato. Il mix tra eCommerce e visita allo store in taluni casi, vedi Whole Foods Market, è realtà, così come la capacità di organizzare layout che mescolino il desiderio di convenience con la profondità dell’offerta che appagherebbe il più raffinato tra i gourmand. Layout rivoluzionati, che cambiano velocemente e coerentemnte con i desideri del cliente. I monomarca che diventano laboratori di studio lasciando il cliente libero di provare, divertirsi, fotografare, per poi convogliarlo sul web per gli acquisti e immagazzinare informazioni, in grado di delineare l’offerta del futuro. La ristorazione si moltiplica, sposando sempre più lo street food, alcuni si amazonizzano inserendo recensioni dei propri ristoranti nella comunicazione; caso estremo, è il nuovissimo Time Out Market New York, che segue le aperture di Lisbona, Miami e Boston, e che trasforma un mezzo di comunicazione (la rivista Time Out) in una foodhall, nella quale si sfoglia fisicamente l’offerta gastronomica recensita dal magazine. App che ti riconoscono e ti guidano, lasciandoti libero di fare shopping come ti piace, che chiedono dati ma in cambio danno qualcosa: offerte esclusive, sconti, indicazioni. E la differenza la vedi: basta guardare la folla, che brulica in alcuni store/locali e diserta gli altri, quelli che continuano considerarsi un museo o che pensano che basti la location. No, non basta più.

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