Sistema fiere: occorre un progetto per diventare leva dello sviluppo

Secondo i dati illustrati da Sonia Thomas, director of operation di Ufi, l'Italia occupa il quarto posto al mondo come superficie fieristica dietro Usa, Cina e Germania e in forza di questo mostra la sua vocazione forte all'uso dello strumento di comunicazione fiera che ben si coniuga con i molteplici territori, storie e culture che caratterizzano il Bel Paese.

Gli italiani operano in modo sparso
Per Pietro Modiano, presidente Nomisma, il problema è che proprio in virtù di queste differenze, che sono senz'altro un valore, "Noi italiani abbiamo l'attitudine ad operare in modo sparso" e in questo modo abbiamo raggiunto gli angoli più lontani del mondo verso i quali abbiamo cominciato ad esportare. Ora però c'è bisogno di coinvolgere il "Piano superiore" alle aziende, la cosiddetta cabina di regia, dove si può operare con il metro dell'economia di scala e di scopo, al fine di ricostituire la catena del valore.

Ci sono Paesi che crescono
Francesco Daveri, docente di scenari economici all'Università di Parma, ha messo in evidenza che, salvo il 2009, durante il quale il Pil mondo è diminuito, in tutti gli altri anni è cresciuto. Usa, Cina, Giappone e Bric sono andati bene mentre è l'eurozona che mostra delle differenze sostanziali. Infatti, mentre Germania, Svezia, Norvegia, Polonia, Slovacchia, un po' meno Francia, hanno già dato ampi segni di ripresa, ci sono i paesi del Sud Europa come Spagna e Italia che sono tutt'ora in contrazione: "Come se giocassero in due campionati diversi". Secondo Daveri bisogna intercettare la domanda di questi paesi "evitando accuratamente" di usare finanziamneti pubblici.

Classe dirigente con poco coraggio
Ettore Riello, presidente Aefi, ha lamentato di trovarsi in un Paese distratto con poco coraggio. Manca attenzione verso il settore fieristico eppure ci sono 4 milioni di mq di superficie, 2.000 dipendenti (8 mila con l'indotto), 1 Mld di fatturato (4 con l'indotto), 200 mila espositori, 22 milioni di visitatori. Si fa però conto su Squinzi, alla presidenza di Confindustria, perché ha "Costruito il suo successo con le fiere", per sedersi insieme a un tavolo con il Governo e finalmente compiere delle scelte, anche impopolari, ma che perseguano un progetto preciso.
Fondamentale poi la realizzazione del Progetto Expo 2015: dobbiamo fare insieme tutto il possibile.

Meno cronaca e più analisi
Durante la tavola rotonda è intervenuto il direttore de il Sole 24 Ore Roberto Napoletano, che dietro sollecitazione di Riello, ha sottolineato come il giornale, che ha la sua storia segnata dai dorsi, abbia concepito Imprese&Territori proprio per fare meno cronaca e più analisi approfondite con l'obiettivo di valorizzare le capitali del made in Italy e la catena del valore delle nostro sistema economico.

Il convegno è stato moderato da Rita Fatiguso, giornalista de Il Sole 24 Ore.

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