Speciale Cibus 2016 – La tecnologia del gluten free sviluppa opportunità

Riferimento nel surgelato gluten free, Dr Schär rafforza l’intera strategia a supporto del consumo in sicurezza

Pioniere nella produzione di pizze surgelate senza glutine, il gruppo altoatesino Dr Schär cavalca la crescita che il segmento sta registrando in tutto il mondo. E lo fa investendo 11 milioni di euro in uno stabilimento a Borgo Valsugana, inaugurato lo scorso settembre, da adibire unicamente alla produzione di pizze surgelate e con il progetto dei Mr Free Pizza Point, guardando quindi sia al consumo domestico che a quello fuori casa. “Il Pizza Center, con una capacità produttiva di 15 milioni di pizze all’anno, ci consentirà di centralizzare e incrementare la produzione per rispondere alle richieste dei mercati di tutti i paesi in cui è presente il Gruppo”, afferma Hannes Berger, amministratore delegato del Gruppo Dr Schär.

044_DrShar_industriaIl ruolo della pizza nel mercato dei surgelati gluten free?
Nel mercato dei surgelati la pizza senza glutine gioca la parte del leone. L’abbiamo lanciata 10 anni fa e oggi è uno dei prodotti trainanti. Il mercato italiano assorbe il 50% dei volumi venduti e viene richiesta sia per il consumo domestico che per il fuori casa. In generale per pizza e surgelati senza glutine Dr Schär è leader in Italia sia nel canale gdo che nelle farmacie.

Ci sono delle differenze tra il prodotto pizza rivolto al mercato italiano e quello commercializzato all’estero?
No, la ricetta è la stessa. La pizza è uno dei simboli della cucina italiana nel mondo e abbiamo scelto di essere ambasciatori della vera italianità senza variazioni legate ai gusti dei paesi di destinazione.

Nel 2009 avete intercettato la difficoltà dei celiaci e degli intolleranti al glutine di trovare prodotti adeguati alla propria alimentazione nel fuori casa e avete istituito la divisione Foodservice per la fornitura all’horeca e successivamente i progetti Mr. Free Bar e il neonato Mr. Free Pizza Point.
Il progetto Mr. Free Bar è iniziato alla fine del 2014 e rappresenta la prima rete in Italia di bar dove si possono trovare prodotti senza glutine: dalla prima colazione alla pausa pranzo fino agli snack e al dolce. Tutta la linea è distribuita in monoporzioni e i prodotti da riscaldare sono in confezioni infornabili che permettono la cottura in contemporanea con alimenti contenenti glutine senza rischi di contaminazioni. Oggi i Mr. Free Bar sono circa 200 e sono riconoscibili per il logo Mr. Free in vetrofania. Il bar aderenti al network sono raccolti nel portale www.glutenfreeroads.com, inoltre Dr Schär dà un supporto nelle attività di marketing e nella formazione del personale. Il progetto Mr Free Pizza Point nasce invece nell’aprile 2015 con la riorganizzazione del network dei circa 400 Ds Pizza Point. Oltre alla dismissione del marchio Ds, con cui Dr. Schär si presentava nella grande distribuzione e l’identificazione delle referenze senza glutine dell’azienda sotto l’unico marchio Schär sia per il canale farmaceutico che nella gdo, il network dei pizza point è stato ricostituito sotto l’insegna Mr Free Pizza Point seguendo criteri selettivi più severi, che hanno portano a una forte riduzione  dei locali, sia in termini di sicurezza alimentare che di qualità per dare massima garanzia al cliente.  A riprova di ciò, le pizzerie Mr Free sono inserite nella Guida per l’alimentazione fuori casa dell’Aic (Associazione italiana celiachia) nel sito dell’Associazione.

Gluten free, biologico, vegan, vegetariano, salutista, avete la percezione che si stia creando un “universo” nuovo su cui lavorare in termini di category insieme alla gdo?
Secondo la nostra esperienza, più che inseriti tra le varie categorie merceologiche di un reparto di prodotti salutistici, per il consumatore è più comodo trovare i prodotti senza glutine tutti accorpati. Abbiamo sempre proposto il gluten free come una tipologia specifica per chi soffre di celiachia o di intolleranza al glutine e non come categoria salutista tout court, quindi anche sul piano espositivo riportiamo questo approccio, supportati anche dai dati di vendita, che indicano un incremento del 40% dei volumi rispetto a una disposizione sul lineare a fianco dei prodotti convenzionali.

Come vi difendete dalla concorrenza della private label?
Puntiamo sull’innovazione e la qualità. La gdo deve appoggiarsi a terzi che hanno un approccio più artigianale rispetto al nostro: solo in Italia siamo presenti con 100-150 referenze e ne produciamo oltre 300 a livello di gruppo. Un altro aspetto che ci differenzia è il servizio che siamo in grado di offrire al consumatore celiaco grazie a un’approfondita conoscenza delle sue esigenze maturata in trent’anni di collaborazione con l’Aic.

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