Segnali da EuroShop 2017

Tendenze, idee, provocazioni, progetti: il polso di quello che sta succedendo nel mondo delle attrezzatture (dalle scaffalature alle luci, dai carrelli al software) per i negozi del prossimo futuro, riassunto in otto parole chiave

dal nostro inviato Patrick Fontana

A fronte del primo giorno di visita della fiera riassumiamo quanto abbiamo visto in otto punti che possono intendersi anche come altrettanti segnali di tendenza.

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1) Metamorfosi. Con ogni probabilità uno degli esempi più significativi di questo fenomeno di trasformazione in atto nel mercato dello shopfitting è quello che arriva da Cefla. Il gruppo italiano multispecializzato si propone inizialmente nell’ambito commerciale per le sue proposte di scaffalature. Già da alcuni anni è attivo come general contractor. Solo alcuni mesi fa è stato protagonista alla kermesse Frutta e Verdura organizzata da Mark up a Milano con soluzioni di proximity marketing adottate e presentate da Giorgio Santambrogio per VéGé.  Ma a Euroshop Cefla sa stupire. Ecco che propone la serra per germogli superfood (crescono a vista in 5 giorni lavorativi) direttamente sopra lo scaffale refrigerato che li propone in IV gamma nella vasca ai piedi. La natura diventa animazione instore. Cefla fa evolvere il led luminoso a ripiano in qualcosa di più: è appunto la metamorfosi dello shopfitting.

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2) Servizi alla natura e ai clienti. È quanto propone gruppo Bizzarri, alla sua terza partecipazione a Dusseldorf, con una serie di soluzioni di massimo interesse in grado di colpire l’attenzione del pubblico professionale. Due in particolare. La prima, di trasformazione, riguarda la legnina: materiale chimico noto anche come legno liquido, qui solidificato e presentato sotto forma di cesto della spesa per superfici di prossimità. Bella l'idea: la plastica è un derivato petrolifero, il quale è la risultante di preistoriche foreste vergini; la legnina si ricava dal legno, o meglio, dagli scarti della produzione cartiera e assume caratteristiche plastiche, con valenze ecosostenibili e circolari. Punto debole? Il prezzo e i costi di produzione. Per retailer premium. Ancora un dettaglio: il cesto di legnina (come quello plastico più comune) una volta giunti al sistema cassa di Bizzarri vengono meccanicamente sollevati in modo da consentire un più comodo trasbordo della spesa dal cesto al nastro. La clientela senior ringrazia fin d'ora.

3) Robot da shopping. Non siamo affatto sicuri che davvero al cliente possa far piacere camminare nei corridoi del proprio supermercato di quartiere seguito da un robot di servizio, che risponde a ordini vocali (ma devono essere perentori) e che potrebbe perdere il filo del servizio da svolgere nella confusione di un orario di punta. Ma potremmo anche sbagliarci. E di molto. Perché non tutto il mondo è paese e in alcuni mercati, a partire dagli Stati Uniti, dove tutto ciò che intende abbattere la noia fisica di fare shopping risulta ben accolta, anche soluzioni di questo genere sembrano già in linea con il presente.  Il prototipo punta in ogni caso a conquistare il servizio a favore delle persone in difficoltà.

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4) Farmaci e tecnologia. Una frontiera ormai acquisita da tutti gli shopfitter, a partire da quelli che si propongono come general contractor, riguarda la farmacia e la parafarmacia in gdo. Ambientazioni, spazi, colori, materiali e giochi di luce hanno conquistato progettisti e architetti e trovato nei retailer una clientela disponibile alla sperimentazione e interessata a occupare ambiti nuovi. Ma ci sono anche in questo caso gli specialisti: quelli che lavorano in qualità di fornitori e che affiancano a questa attività anche l’appoggio al cliente diretto. È il caso di Elea, azienda italiana che sta crescendo molto rapidamente, sulla base di radici professionali storiche e salde. Nella parafarmacia propone una soluzione espositiva aperta, ma a temperatura controllata.  Il prodotto farmacologico rimane sempre nel range di temperatura stabilito dalla legge, grazie al sistema di ventilazione costante che sfrutta i numerosi fori presenti nel fondale.

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5) Piccole rivoluzioni. Euroshop non è solo evoluzione per grandi sistemi o rivoluzioni copernicane. A volte basta l'idea e piccoli grandi problemi possono avviarsi a soluzione. Ne propone una Nexo Consulting, che presenta in fiera Moto Parking in doppia variante.  Il concetto è semplice: dare una risposta convenience ai biker per il deposito dei caschi in ingresso ai punti di vendita e, allo stesso tempo, non incidere troppo sui budget risicati dei retailer. Moto parking si posiziona là dove viene lasciato il motociclo: l'armadio consente di legare catena, mezzo e lucchetto in modo da chiudere lo sportello dopo avervi riposto caschi (2) e accessori. L'insegna non deve fornire chiavi, serrature, catene. Armadio disponibile anche in versione big per richiudervi il bauletto.

plastimark 20170306_2219256) Contaminazioni. L'evoluzione del retail, anche qui a Euroshop, a volte può nascondersi nei dettagli, oppure essere il risultato di contaminazioni cross-settoriali. Ne propone una non banale Plastimark, che sfrutta a suo vantaggio il fatto di appartenere a gruppo Giordano il quale vanta una specializzazione nell'area dell'avicolo. Dai polli, meglio, dalle uova, nasce la linea Sanitary di Plastimark. La ricerca e sviluppo dell'uno ha portato all'individuazione di un additivo per plastica basato sul rilascio di ioni d'argento in grado di abbattere le cariche batteriche. Utile senz'altro per i porta-uova, applicabile ora alle linee di carrelli e cestelli per la spesa di Plastimark. L'abbattimento è nell'ordine di grandezza di 164 a 1, l'additivo non modifica aspetto e prestazioni dell'oggetto trattato e non perde efficacia nel tempo o per temperature differenti. Può essere usato nei caldi mercati mediorientali come in quelli nordici e freddi perché riduce fino a 2.000 volte il rischio di contaminazione e il livello di scambio microbico fra consumatori con un'effettiva prestazione barriera. Un effetto invisibile che il retailer deve sfruttare con una adeguata comunicazione mirata.

costa 20170306_1455587) Personalità. In uno scenario che vede progressivamente concentrarsi il numero di grandi società di shopfitting, atte a integrare, una dopo l'altra tutte le specializzazioni esistenti nel mercato (il più delle volte a scopo tutelativo: si difende il core business con anelli concentrici sempre più larghi per ostacolare l'avanzata di competitor nei propri territori di competenza), c'è anche chi resta fedele alla propria formula confermandone la validità nei mercati odierni. Costa Group si inserisce in questo secondo gruppo. L'obiettivo è quello di fornire negozi con personalità, veri, vivi, su misura, spesso unici (a volte replicabili), sempre nel food, mai chiavi in mano. Costa ascolta, misura il layout da presidiare, progetta. Lascia il campo a chi fa i lavori del mezzo e torna in scena per gli arredi finali, previa fase di premontaggio in sede per gli ultimi interventi insieme al committente. Produce direttamente a La Spezia le lavorazioni di legno, marmo, ferro e vetro, come pure l'attività di trovarobato e di scouting di ispirazione in giro per il mondo. Il resto no. Posizionamento antico, per negozi ipercompetitivi su tutte le tipologie distributive. Basta che siano alimentari.

reggiani 1 20170306_1628518) Giochi di luce. Lo stand di Reggiani qui è concettuale e si ispira a Giano bifronte: la prima metà del percorso serve a dimostrare la capacità propositiva e l'efficacia dei sistemi proposti in un contesto di luce diffusa, mentre la seconda ha l'obiettivo di replicare lo stesso percorso proponendo un contesto di luce puntuale. Gli strumenti luminosi sono gli stessi -Reggiani ha utilizzato prodotti della propria linea Yori Evo- alla stessa potenza, giocati in maniera completamente differente (opposta). L'azienda intende trasferire al visitatore professionale la propria capacità progettuale, che va oltre il semplice prodotto. E dimostra ormai nei fatti un posizionamento che guarda sempre meno al mondo del food per abbracciare una specializzazione nel fashion.

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