Supermercati Elite, guidati dall’eccellenza

È la qualità il tratto distintivo dell’insegna associata Selex e diretta dal Ceo Franco Fedeli. Con i figli che ne seguono le orme: Chiara alla guida della divisione dedicata agli store per animali e Andrea al pesce (da Gdoweek n. 7)

Da ragazzo di bottega a Cavaliere della Repubblica: questo il percorso di Franco Fedeli, ceo di Elite Spa, associato Gruppo Selex, che ha costruito una rete di 50 supermercati nel Centro Italia. Originario di Cascia, da sempre a Roma, Fedeli poggia ancora oggi la gestione della sua azienda su una serie di principi basilari che aveva sin dagli esordi e che miscela con strategie di ultima generazione avviate dal suo team, basta che seguano l’indirizzo fondamentale e immutato: la qualità. Al figlio, Andrea Fedeli ha affidato la divisione del pesce, per controllarne il livello qualitativo alle aste ogni giorno.

Quali sono oggi le caratteristiche della vostra rete di vendita?

Si tratta di supermercati che si distinguono per la qualità ricercata e la cura dell’aspetto estetico. Oggi molti sono attenti a questi parametri, ma agli esordi era un tratto distintivo che ci ha aiutato a fidelizzare una clientela che ancora oggi ci riconosce e ci sceglie proprio per questo.

Accanto alla qualità quali sono gli altri punti di forza di un supermercato Elite?

Abbiamo sempre cercato di innovarci, senza però mai scendere a compromessi sui prodotti, educando il consumatore a riconoscere la differenza. Col tempo e con l’ampliamento dei supermercati, l’offerta si è fatta più completa, ma da sempre cerchiamo, per uno stesso prodotto, la selezione migliore, “l’élite” che ha poi dato il nome al brand.

Il cibo ci nutre e deve essere buono, è un semplice asset, ma è imprescindibile per noi.

Come sono distribuiti sul territorio i vostri negozi?

Sono per l’80% a Roma, ma ne abbiamo anche in Umbria, nelle Marche e, sempre nel Lazio, a Civitavecchia.

Aperture nel 2019?

Vorremmo aprire altri tre/quattro super a Roma, dove abbiamo ancora margini ampi di sviluppo. E poi apriremo altri due Elite Pet.

Già, l’ultima avventura. Come si è sviluppata Elite Pet e quale il rapporto con Selex?

È stata un’idea di mia figlia Chiara, che infatti segue questa divisione. Abbiamo trasferito a Selex il nostro know how perché sono stati letti in questo mercato sviluppi interessanti, all’interno di una collaborazione con Selex di lunga data: siamo un gruppo di amici, prima di essere un gigantesco gruppo di acquisto, e ognuno si integra e collabora con gli altri apportando idee e opportunità. D’altra parte noi non abbiamo nessun interesse di sviluppo al Nord Italia; ancora nel centro Italia c’è molto da fare. Per quanto concerne gli Elite Pet, inoltre, stiamo registrando risultati molto importanti.

Quali i motivi alla base di questo successo?

Roma è una città molto verde, piena di parchi, giardini, campagna. Il primo Elite Pet aperto all’Eur oggi fattura, da solo, 3 milioni di euro. Del resto, in un quartiere come Eur non c’è una persona che non abbia il cane, con spazi dedicati. Abbiamo saputo intercettare una domanda in anticipo. Invece temo che nel Nord Italia un fatturato così, in un solo store, sia molto difficile da realizzare, proprio per mancanza di bacino di utenza. Il Municipio dell’Eur è grande quasi come la città di Milano nella sua interezza e qui abbiamo posizionato i nostri Elite Pet per ora.

Con che fatturato avete chiuso il 2018?

280 milioni di euro e puntiamo ad arrivare a 300 milioni nel 2019. Cresciamo sempre sul fatturato e sui margini, dal nostro esordio. L’incremento è del 4,5% nei nostri supermercati storici e dell’11% in quelli nuovi.

Prevedete di aprire altre insegne per linee di prodotto? Tra i vostri business, figurano un hotel e due ristoranti…

No, assolutamente. L’Hotel in Umbria temo resterà il solo: era una proprietà immobiliare a Cascia su cui ho voluto investire, ma la ricettività turistica non è il nostro mestiere. Stesso dicasi per la ristorazione: sono due semplici tavole calde e rimarranno, credo, le uniche.

Che sviluppi vede per l’eCommerce?

Lascio ad altri che lavorano con noi questi aspetti. Sono convinto che sia il futuro: online bisogna esserci. Abbiamo un piccolo portale, ma la nostra vendita si sviluppa nella realtà non in internet per ora. Per il futuro, chissà...

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