Supply chain: l’evoluzione sta nella pianificazione

MediaWorld supply chain
Relex Solutions spiega come cambia il modello di business della supply chain in un’azienda in favore di soluzioni più efficienti

L’evoluzione della supply chain è stato il tema al centro dell’incontro organizzato da Relex Solutions, società attiva nel campo dell’ottimizzazione dei processi chiave per il retail, nata 15 anni in Finlandia dall’idea di tre colleghi di Università: Johanna Småros, Mikko Kärkkäinen e Michael Falck. La società si è dapprima sviluppata in ambito logistico, con attenzione ai processi di forecasting e di riordino della piattaforma e del negozio, ma a oggi si è focalizzata anche sulla gestione degli spazi e degli assortimenti, introducendo mark down e processi di ottimizzazione della forza lavoro.
L’esperienza della pandemia ha, in qualche modo, costretto le aziende retail a un repentino cambio del proprio modello di business. Un’evoluzione che il comparto aveva già in pianificazione, ma sul lungo periodo. Relex ha permesso ai propri partner di adattarsi alle nuove logiche di mercato, particolarmente incentrate sull’online, permettendo un cambiamento in poco tempo e in maniera efficiente.
“Una piattaforma vincente si muove su tre elementi chiave: agilità, flessibilità e scalabilità”, esordisce durante il convegno Stefano Scandelli, Svp Emea e Apac di Relex.

Valore complessivo a tutta la catena

“L’origine del nostro business è stata la logistica, ma stiamo lavorando, anche a livello di acquisizioni, per arrivare a una copertura di tutto il processo sia commerciale sia logistico -spiega Scandelli-. Per questo stiamo sviluppando, da qualche anno, una visione trasversale, piuttosto che una verticale”. Per questo Relex si è concentrata su un portfolio arricchito da servizi di riordino, forecasting, spazi e workforce per dare ai clienti non solo la possibilità di ottimizzare il processo logistico, ma anche di avere una visibilità completa, dagli acquisti ai negozi della rete.
Si tratta di un modello di business che permette una visione totale in grado di fornire una programmazione e una gestione del venduto e dell’invenduto che massimizzi margini, economia, forza lavoro, costi e rapporti con i fornitori. Una piattaforma, quindi, che interagisce per dare al retailer la possibilità di gestire i processi in maniera integrata.
“Se storicamente un’azienda è già leader dal punto di vista della supply chain e degli spazi, stiamo iniziando a irrobustirne anche la parte commerciale, con un occhio di riguardo al mondo delle promozioni e, in un prossimo futuro, anche alla gestione degli assortimenti”, afferma Stefano Scandelli.

La parola ai retailer: il caso MediaWorld

Michele Abate, supply chain manager di MediaWorld, spiega come l’approccio con Relex durante la pandemia abbia permesso alla catena di modificare il proprio modello rendendolo in grado di rispondere meglio di fronte alla pandemia, quando i negozi fisici erano chiusi.
“L’introduzione delle soluzioni di Relex è stato un passo fondamentale nella trasformazione della nostra supply chain, avvenuta negli ultimi 4 anni: siamo partiti da un modello totalmente decentralizzato, caratterizzato da tempi di consegna lunghi, prodotti allocati male, over stock per arrivare a una completa centralizzazione, attraverso l’uso di piattaforme sulle quali tutti i fornitori consegnano le merci, che, su base quotidiana, vengono spedite ai punti di vendita. Questo primo passaggio -continua Abate- fortemente voluto da MediaWorld, ci ha portato a lavorare sul personale per superare le resistenze culturali consolidate in anni di esperienze, portandoci a resistere meglio, quando ci siamo trovati di fronte fattori esogeni incontrollabili come la pandemia”.
In questo contesto, MediaWorld ha deciso, quindi, di passare a un modello “one stock” che prevede un unico stock al quale può accedere sia la rete dei negozi fisici, qualsiasi sia la loro dimensione, sia l’online. “A questo scopo -spiega Abate- si rivela essenziale una relazione stretta con i fornitori per gestire una logistica condivisa, che si può attuare solo con i fornitori maturi, che non temono di condividere con noi i dati”.

L’esperienza di Gruppo Percassi

Focalizzazione sull’omnicanalità e su un nuovo approccio che si adatti a una realtà fatta di tanti brand e insegne, questa l’esperienza di realtà come quella di Gruppo Percassi.
“Stiamo cercando di creare un expertise nel mondo digitale con l’eCommerce. Il digital per noi è sempre a supporto del retail: serve a portare i clienti in store”, spiega Mirko Marcovaldi, Cio di Percassi. Significa, quindi, avere un approccio omnicanale volto a creare un rapporto simbiotico di cui ogni strumento del retailer beneficia.
Marcovaldi spiega anche il nuovo modello di business approcciato che prevede un lavoro trasversale su tutte le aziende: “Volevamo cercare di mettere tutto insieme per capire quali valori comuni e obiettivi tutti i brand potessero avere, connettendosi tra di loro. L’evoluzione del nostro modello di business prevede la creazione di un core model per un 80% trasversale su tutti i brand, con una percentuale che riguarda la customizzazione verticale sulle necessità del singolo marchio”.

Focus sulle promozioni

In un’ottica evolutiva della supply chain, ricoprono un ruolo importante la promozione e l’implementazione di un modello omnichannel della supply chain. La promozione richiede una pianificazione delle campagne, anche per la comprensione dei risultati. “In Italia -spiega Scandelli- si decide semplicemente di applicare una promo perché si fa tutti gli anni e la fanno tutti; inoltre, molto spesso i retailer decidono di applicare la medesima promozione di anno in anno, offrendo al consumatore un volantino in cui ci sono le stesse referenze del competitor”. Al contrario, pianificare le promozioni diventa sempre più essenziale, anche per distinguersi dai competitor. C’è anche un altro tema da considerare con sempre maggiore attenzione: “Se domani faccio una promo, a che prezzo devo vendere un prodotto per avere un ritorno che mi aspetto in quanto azienda? -conclude Scandelli-. Proprio su quest’area di programmazione stiamo concentrando i nostri sforzi con la messa a punto di nuove soluzioni. Del resto, quello odierno è un mercato, che ha bisogno di reattività. Questo perché, soprattutto con l’esperienza Covid, siamo consapevoli che i fattori esogeni possono avere impatti sul modello di business delle singole imprese che devono avere l’elasticità di adattarsi alle situazioni. Anche attività che si devono, forse, consolidare, come quella del quick commerce, vanno monitorate, messe in atto, ma con la consapevolezza della loro possibile temporarietà”.

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