Surgelati alla continua ricerca di spazio frigo

Vari fattori contribuiscono ai segnali di ripresa della categoria che si traducono in un costante aumento di referenze (da Gdoweek 6 - 2016)

48_GDOWEEK06_2016_Surgelati_intNel comparto dei surgelati l’anno nuovo porta con sé qualche segnale di ripresa. La chiave di successo si basa su diversi fattori: innanzitutto l’elevato contenuto di servizio dovuto alla disponibilità dei prodotti per tutto l’anno e qualsiasi sia la loro provenienza geografica, l’effetto creazione dispensa oltre al vantaggio di essere proposti senza scarti. A questo, come driver di spinta del settore, si aggiunge l’inarrestabile crescita dell’utilizzo in famiglia del forno a microonde. La categoria nella distribuzione moderna in termini di valore sviluppa una cifra di poco superiore ai 2 miliardi di euro, con un assortimento che vede prevalere i vegetali naturali (29%), seguiti da pesce naturale (18,5%), pizze (12%), piatti pronti (11,6%), pesce preparato/panato (11%), specialità salate (5,2%), carne (3,7%), sughi e salse (2,9%), vegetali preparati (2,6%), mentre la piccola quota restante è costituita dai prodotti senza glutine, dolci e pasticceria, pane e paste.

Le strategie di assortimento
Lo spazio sottozero disponibile è ovviamente il primo vincolo per il display, questo fa si che in armadi e vasche di surgelati possono trovare posto solo determinate referenze, in base alle scelte di assortimento delle catene distributive. Per quanto riguarda la struttura degli assortimenti, come evidenzia Giuseppe Guglielmi, responsabile grocery&beverage di Megamark: “Sotto il profilo dell’offerta di marca, lo scaffale dei surgelati è concentrato innanzitutto sui player che fanno il mercato, in primis, nel nostro caso, Findus di Csi (leader indiscusso per i volumi che sviluppa) e Orogel, che tra l’altro è nostro copacker, e sotto questo aspetto non esistono particolari differenze regionali, considerando che i maggiori player coprono anche i consumi più localizzati. Vi sono poi i marchi specializzati in determinati segmenti come Mc Cain o Pizzoli nelle patate. Per quanto riguarda la strategia che guida il display, la nostra idea è stata quella di strutturare l’assortimento non tanto per fasce di prezzo, ma mettendo al centro dello scaffale la private label, che anche grazie alla notevole profondità dell’offerta Selex, consente di coprire i diversi segmenti merceologici. Tra le novità assortimentali si fanno strada i prodotti per vegani, gluten free e bio, ai quali è necessario fare progressivamente spazio.

L’articolo completo su Gdoweek n. 6 – 2016 con:

  • Innovazione come driver dei consumi
  • Costan (Epta) L’esposizione asseconda gli stili di consumo
  • Arneg alla ricerca di efficienza energetica

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