Tesco, arrivano i primi frutti della cura Lewis

Avevamo già scritto del nuovo corso aperto in Tesco nei rapporti con i fornitori. Ma a distanza di qualche settimana il gruppo distributivo guidato da Dave Lewis sta raccogliendo, in base a quanto riportato da Reuters, i primi frutti del radicale rivolgimento avviato sul complesso dei suoi 3.000 fornitori ai quali ha proposto nuovi contratti e cambiamenti nell’allocazione dei prodotti con l’obiettivo di promuovere riduzioni lineari di prezzo.

Dave Lewis, alla guida di Tesco da settembre 2014, nell'ereditare una situazione pregressa a dir poco raccapricciante sul piano contabile, ha varato un piano di "redress the balance" tagliando un terzo delle 90.000 linee di prodotto. Fra gli obiettivi: assicurare alla sua Queen of Retail (l’altra regina è Sainsbury’s) migliori accordi con un numero più ridotto di partner fornitori e puntando su assortimenti focalizzati sui prodotti "best selling". I risparmi sono valutati  fino a 1 miliardo di sterline (è la stima di Clive Back di Shore Capital).

Razionalizzazione delle linee di prodotto

Lewis ha completato il ridimensionamento di 15 delle 33 categorie sotto revisione, depennando mediamente il 20% dei prodotti. La parte restante sarà realizzata nei prossimi 18 mesi: in pratica le decisioni da prendere riguardano, per esempio, quali linee di caffè tenere delle 238 vendute da Tesco o quale delle 224 di deodorante.

Lewis vuole enfatizzare il  "front margin" e ridurre per il 2017  le fonti di margine di secondo livello (back margin o marigne netto) a tre, comunissime nell'industria grocery: premi condizionati al raggiungimento dei volumi prefissati, incentivi alle promozioni su scaffale, e conguagli/compensazioni per l'invenduto in resa.

Le grandi industrie sembrano gradire

Questi piani suonano come "good news" per i big dell’industria, i cui marchi godranno un incremento tangibile vuoi nella trasparenza vuoi nella visibilità espositiva su scaffale, e quindi di un maggior potenziale sul piano dei volumi di vendita.

Per esempio, Gavin Darby, Ceo di Premier Foods, che fornisce prodotti immancabili sulla tavola degli inglesi come le torte Mr Kipling e la salsa Bisto, ha detto alla Reuters di aver accolto molto bene il piano Lewis. "In circa 30 anni raramente mi è capitato di assistere a un simile allineamento di pianeti e a un'analoga riformulazione delle rotte che i grandi distributori e i produttori di marca dovranno seguire”.

Anche i produttori di marca del distributore, come gli allevatori, stanno assistendo a un grande cambiamento: i contratti sono stati estesi da 1 a 3-5 anni con l’obiettivo di rafforzare i legami e la relazione complessiva.

Ma per quelli che non si allineano o mancano all’appuntamento le notizie non saranno ridenti. Fra le marche familiari ai Brits che non si trovano più sugli scaffali, ci sono Rachel (yogurt organico) AB e il pane Kingsmill.

Tesco è leader per quota di mercato

Dopo decenni di dominio sul mercato, le vendite e i profitti di Tesco sono sprofondati nel rosso a causa anche della disaffezione da parte dei clienti verso i grandi punti di vendita extra-urbani e al contestuale flirt con i discounter tedeschi come Aldi e Lidl, che tra l’altro lavorano con assortimenti infinitamente più essenziali (1.500 item circa).

Tesco chiederà ai fornitori di partecipare al finanziamento del suo piano tagliaprezzi e chiederà un sacrificio sui margini. Lewis si impegnerà in cambio a favorire contratti più chiari e diretti.

Nonostante i problemi di natura contabile emersi di recenti, Tesco ha ancora una quota di mercato di oltre il 28%, confrontata con il 16,5% di Sainsbury's e Asda, i più diretti inseguitori.

 

 

 

 

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