CIBOutique: focus sull’etnico

    • Università: Bocconi
    • Docenti:

      Sandro Castaldo

    • Studenti:

      Balestrini Andrea, Fasihzadeh Avissa, Macchioni Alessia, Ravetti Giulia, Vismara Claudia, Zanotti Alberto

    A cura di Raffaella Pozzetti

    Il cibo etnico sta costituendo un trend di consumo preponderante a livello quotidiano. L’offerta odierna è già molto ampia e sta crescendo ancora: facendo parte del nostro rapporto con il cibo, non si può tralasciare l’impatto che ciò può avere nei confronti del settore grocery. Secondo un rapporto Coop emerge però come una persona su due fatichi a trovare i prodotti etnici ricercati all’interno della gdo. La business idea vuole colmare il gap tra domanda in crescita (per trend di consumo favorevoli), e offerta della distribuzione, con un assortimento ampio e profondo di prodotti alimentari etnici. Al core business si aggiunge l’organizzazione di cooking classes periodiche, in cui il cliente può mettersi in gioco con questi ingredienti e poi assaggiare le proprie creazioni, per avvicinarsi alla cultura gastronomica proposta e vivere un momento di convivialità: oggi, più del 75% degli italiani acquistano prodotti etnici per preparare in casa piatti originali, e sono i più aperti in Europa a provare nuove tecniche, ricette e nuovi ingredienti. Infine, è prevista la predisposizione di un’area dedicata alla distribuzione di prodotti ready to eat e ready to cook, che accoglie la tendenza ad acquistare queste soluzioni nei supermercati, per poi consumarle in casa.

    La boutique alimentare si chiamerà CIBOutique e l’orario di apertura e di delivery sarà dalle 10 alle 24. La posizione da noi scelta per il punto di vendita è il quartiere Isola di Milano: quartiere in forte sviluppo, vicino a zone ‘in’; crocevia di diverse culture e interessanti mix sociali; con meno traffico e caos; forte presenza di famiglie e giovani (main target); assenza di grandi catene e soluzioni di affitto favorevoli per la proposta. La scelta del target si basa anche su una ricerca Nielsen (2018), che evidenzia come, nel segmento 25-34 anni, la sperimentazione e curiosità nel provare a realizzare piatti di culture diverse sia maggiore. Vi è però l’intento di coinvolgere ed avvicinare anche target più restii e meno informati.

    La boutique sarà organizzata su una superficie di 600 mq: gli scaffali dello store saranno posizionati attorno ad un banco circolare centrale, contenente le box pronte. L’assortimento è suddiviso in reparti che evidenziano l’origine dei prodotti vicini e sarà composto per: ¾ da referenze fisse, offerte in modo continuo ed appartenenti a 6 culture diverse (con i prodotti più conosciuti ed usati dai consumatori medi); ¼ da un assortimento, più profondo, di prodotti della cultura della cooking class del momento.

    Le 6 culture scelte sono Cina, Thailandia, Latino-America, Giappone, Grecia e Italia (con focus su prodotti regionali). Questa scelta è stata fatta dopo aver creato una survey di 100 intervistati: sono state chieste le loro preferenze, e di indicare a quali culture sarebbero più interessati se potessero partecipare ad una cooking class (principale servizio commerciale aggiuntivo). Queste classi verranno organizzate 2 volte al mese e, ogni 2 mesi, cambierà la cultura di riferimento: in un anno ci si potrà così addentrare nelle culture gastronomiche di 6 Paesi. Varierà di conseguenza anche l’area di assortimento a rotazione”: essa verrà allestita con rimandi alla cultura di riferimento, e il consumatore sarà così a conoscenza della cooking class organizzata in quel periodo. I maestri deriveranno da delle partnership con ristoranti etnici di Milano, che potranno così farsi pubblicità. I corsi dureranno circa 2 ore e i partecipanti potranno accedere a un’area adiacente per consumare i piatti realizzati. Il servizio comprenderà quindi una cena a tema, fai da te, in cui poter relazionarsi con chi ha condiviso la stessa esperienza, raccontarsi e scambiare opinioni. Il prezzo sarà di 75 euro nel primo anno, e sarà consegnato uno sconto su un futuro acquisto ai partecipanti.

    Sul sito web della boutique sarà possibile acquistare sia i prodotti che le boxes pronte da gustare/da cucinare, dando la possibilità ai consumatori di ritirarle in loco, oppure attraverso il servizio delivery. Verrà utilizzato un imballaggio circolare, smaltibile nell’umido. Nelle boxes Ready to cook, inoltre, insieme agli ingredienti già dosati per comporre i piatti, verranno inserite spiegazioni sulle materie prime e sulla modalità di preparazione; verrà fornito anche un QR code che rimanderà a tutorial online.
    Sul sito sarà possibile prenotare la cooking class di interesse, oltre che conoscere i partner coinvolti. Verranno create pagine della boutique su Facebook e Instagram, per creare una community attiva in cui condividere contenuti, foto, tutorial ad accesso gratuito, annunci ecc.

    Approccio finanziario
    Nei primi tre esercizi si prevede una perdita, a causa degli ingenti investimenti iniziali per avviare l’attività, che si stima venga riassorbita negli anni successivi, considerando il tempo per aumentare la notorietà della boutique. A partire dal IV anno di attività, si stima che CIBOutique possa arrivare ad un utile di circa 3.000 euro, che diventeranno quasi 21.000 euro il V anno.

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