La Bottega di Lavoisier: capi usati, rigenerati e personalizzati

    • Università: Bocconi
    • Docenti:

      Sandro Castaldo

    • Studenti:

      Abbate Fabrizia, Bielli Elisa, Bondioli Pietro, Cattò Lucrezia, Depalmas Gianluca, Pulizzi Gabriele

    A cura di Raffaella Pozzetti

    L’imminente crisi climatica con cui il mondo si sta confrontando è il motore trainante della crescente attenzione verso le tematiche legate alla sostenibilità. Tutti i settori stanno dimostrando il proprio impegno attivo per adattarsi alle nuove esigenze green; il settore del fashion e del luxury si inserisce in questo contesto, promuovendo soluzioni verso l’ambiente capaci di fare di un’esigenza una possibilità, sfruttando le potenzialità dell’economia circolare. Quest’ultima rappresenta un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione e riciclo di materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Si prevede che nei prossimi 10 anni il cosiddetto modello del second-hand raggiungerà gli 80 miliardi di dollari, sorpassando il fast fashion.

    L’obiettivo promosso dal business model de La Bottega di Lavoisier è quello di accogliere la sfida lanciata dal fashion system e abbracciare la filosofia dell’economia circolare attraverso la realizzazione di un nuovo format che promuove l’unicità a discapito dell’omologazione. L’idea centrale de La Bottega di Lavoisier si basa sulla personalizzazione di abiti usati e sullo scambio di abiti in disuso o senza identità, con l’obiettivo di rendere ogni capo un pezzo unico.
    La business idea si divide in due parti:
    • da una parte, esiste la possibilità di acquistare nello store un capo usato che ha già subìto un processo di ricondizionamento e personalizzazione, dando in cambio un capo plain o vintage e aggiungendo un pagamento in denaro.
    • dall’altra parte, esiste la possibilità di portare un proprio capo e discutere su una personalizzazione da effettuare sul suddetto, pagandola in base alla complessità della stessa.

    Le materie prime a disposizione del negozio sono solo e unicamente capi usati, destinati a essere modificati da due stylist selezionati, stilisticamente diversi tra loro, che si occuperanno dei vari clienti in base alle preferenze di questi ultimi. Le personalizzazioni consistono nell’applicazione di patch e borchie, nel cambio di colori, nell’inserimento di cuciture, stampe e disegni fatti a mano e eventualmente altre modifiche scelte dal cliente, assistito dallo stylist. I prodotti su cui si realizzeranno le personalizzazioni sono diversi e comprendono magliette, felpe, pantaloni e abiti, includendo anche le scarpe.

    I clienti verranno accolti da uno shop assistant il cui ruolo distintivo è quello di spiegare il funzionamento del negozio e di indirizzare ogni cliente dallo stylist più idoneo alle sue preferenze. Lo stile del negozio fisico è minimal e industriale, ispirato al concetto di sostenibilità ambientale. La Bottega di Lavoisier si struttura in:
    • uno spazio espositivo nella parte anteriore, dove saranno visionabili pochi capi per ogni genere, attraverso l’esposizione in un ampio armadio, e sarà possibile provarli in un camerino; la superficie dedicata a questa zona è pari a 40 metri quadri.
    • un laboratorio, dietro un’ampia vetrata, dove si possono osservare gli stylist che lavorano nella bottega moderna; la superficie dedicata a questo spazio equivale a 55 metri quadri;
    • un bagno, a disposizione sia dei clienti che dei dipendenti, di circa 5 metri quadri.
    Per l’ottimizzazione della gestione delle aree chiave del negozio è necessario uno spazio totale di 100 mq, localizzato nel quartiere artistico di Brera, una location che rappresenta il cuore pulsante della città di Milano.

    Il target del punto di vendita è giovane, di disponibilità medie-alte e rappresentato principalmente dalla generazione Z e dai Millennials (di età compresa tra i 16 e i 40 anni). Il prezzo di personalizzazione varia a seconda di quello che si vuole realizzare: si presuppone che lo scontrino medio equivarrà a 50 euro, facendo una stima tra i diversi costi delle applicazioni realizzabili.
    Per raggiungere il target è stato pensato un sito web, su cui potranno essere visualizzati i prodotti che sono già stati realizzati in passato dagli stilisti, senza la possibilità di acquistarli. Inoltre, verrà realizzata una campagna sui social, nello specifico su Instagram e Tik Tok, tramite post sponsorizzati e l’ingaggio di micro influencer per coinvolgere il target ed interagire maggiormente con i consumatori.

    Approccio finanziario
    Il progetto è accompagnato da un piano budget che prevede investimenti iniziali in arredamento e macchinari pari a 30.000 euro, più 15.000 euro in materie prime, che aumenteranno proporzionalmente ai ricavi negli anni successivi; in aggiunta ci sono degli investimenti di circa 7000 in marketing digitale.
    I costi iniziali, che comprendono le spese di avviamento e di marketing, verranno coperti nel corso del secondo esercizio. Il primo anno si prevedono perdite pari a 14.450 euro che verranno recuperate nel corso del secondo anno, nel quale il conto economico presenta già un leggero utile, fino a raggiungere ricavi di 58.886 euro nel quinto anno.

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