La corsia preferenziale di Amazon

Amazon gioca su un altro campo, ma con gli stessi giocatori. L'editoriale della direttrice Cristina Lazzati (da Gdoweek n. 3)

Ha fatto notizia l’apertura di Amazon Go, bellissimo, senza dubbio, ma anche costosissimo e irraggiungibile per chi con il retail brick&mortar ci vive. Si ha la sensazione che Amazon corra su una sua corsia preferenziale, dove non incontra gli ostacoli in cui gli altri inciampano e rallentano. A partire dalla Borsa che premia le sue mission impossible, ma non è altrettanto fiduciosa con gli altri big quotati, che ad ogni cedimento vedono gli azionisti tremare e frenare. E non è solo il mercato azionario a fare differenze: infatti se, a prescindere dal costo, qualche insegna decidesse di seguire l’esempio di Amazon Go si troverebbe a perdere i clienti più anziani che mal si adatterebbero ad un modello di shopping così diverso e quindi l’insegna in questione si troverebbe in una situazione di perdita doppia (più costi meno clienti). Poi c’è il consumatore, attentissimo a prezzi e promozioni, che (almeno negli Stati Uniti) ormai ha messo Amazon in un’altra categoria e quindi nessuno discute sul rialzo del prezzo della membership Prime (portata da 11 a 13 dollari al mese, +18%) e sull’aumento delle commissioni ai venditori ... c’è chi parla di addiction, chi spera sia una moda passeggera. Forse è tempo di una riflessione più seria.

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