Oltre il vending per la gdo

Le macchine distributrici non sono più solo servizio, ma experience da far vivere ai clienti anche all’interno dei punti di vendita. La strategia di Rhea

Le macchine distributrici non sono più solo servizio, ma experience da far vivere ai clienti anche all’interno dei punti di vendita. La strategia di Rhea

I distributori automatici non sono più solo erogatori di caffè o alimenti. Sono uno strumento strategico che la gdo può utilizzare per costruire una nuova experience e per offrire nuove opportunità di acquisto ai clienti, oltre che di consumo. Su questo solco si muove Rhea Vendors Group, azienda tutta italiana che opera principalmente sui mercati esteri.

Anche l’Italia sta però diventando un interessante canale di sbocco per un’azienda che sta puntando sull’evoluzione del vending. “Noi -spiega Andrea Pozzolini, ceo di Rhea Vendors Group- non proponiamo macchine, ma soluzioni che utilizzano la tecnologia automatizzata per fornire un’offerta flessibile per generare il miglior servizio possibile per il cliente finale”. Che sia la hall di un albergo o lo spazio all’interno di un supermercato: ogni luogo diventa ideale per gustare un caffè di estrema qualità in autonomia, senza l’ausilio di personale.

laRhea goes Coffee Shop: è arrivato il momento

Nel 2019 l’azienda lancia laRhea goes Coffee Shop, una proposta che fonde le nuove tendenze dei consumatori con il mondo dell’automazione in un contesto di soluzioni su misura, che garantiscono design e funzionalità, tecnologie digitali e di automazione, ma soprattutto qualità del prodotto erogato e del livello di servizio. Il 2020 ha accelerato il desiderio della gdo italiana di rivedere gli approcci di vendita, da qui un forte interesse nei confronti delle macchine distributrici.

Dentro al pdv, le potenzialità del vending

L’evoluzione della gdo è già in atto, basta guardare a quanto succede in Germania, per questo settore Paese incubatore di idee e progetti. Proprio alle innovazioni in atto guarda l’azienda di Caronno Pertusella, molto interessata per esempio al fenomeno dei minimarket, con spazi per i pranzi “automatizzati”, in un contesto: “In cui la macchina distributrice non è vissuta come erogatrice di prodotti di scarsa qualità. È arrivato il momento di disaccoppiare questo modo di vedere il nostro mondo. Stiamo parlando di spazi in cui altissimi sono il rispetto dell’igiene, l’efficienza nella gestione degli strumenti, la capacità delle macchine di ottimizzare le richieste dei clienti, dalla prenotazione del piatto il giorno prima alla possibilità di dotare le macchine del riconoscimento facciale, come per esempio già avviene in Cina. Macchine in grado di ricordare i gusti dei clienti per erogare in modo automatico la loro bevanda preferita”.

A breve il vending potrà collocarsi tra l’eCommerce e la spesa diretta delle persone; la tecnologia sarà l’elemento discriminante: “Basti pensare al fatto che già adesso, in alcuni Paesi, i grandi gestori del vending sono anche produttori di app. Immaginiamo, tra l’altro, che un caffè di ottima qualità possa accrescere la reputazione di un punto di vendita e attrarre clienti: la nostra politica basata sulla qualità potrà aiutare le insegne in questa operazione”.

 

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