Target: il discount department store che ha creato una categoria

La comunicazione è capillare. Il termine Less -meno- si ripete e si declina per tutti i reparti. Talvolta, con significati più evocativi, come con Fabuless -favoloso- nel caso del bambino o più strettamente di prodotto, come nella jeanseria con ‘Limitless (choices)’ -scelta illimitata- o svelando la fonte di quel “Less” con il pay-off che si ripete in tutti i reparti, Expect more, pay less: aspettati di più, paga di meno.

Non mancano i riferimenti ai classici simboli di marca, grazie all’utilizzo delle immagini, del rosso e del bianco (codici colore dell’insegna) e di lampade al neon, che ripropongono, in parte o totalmente, il bersaglio, logo del retailer.

Il pdv di Brooklyn è un urban store e come tale si è adattato all’architettura del mall che lo ospita: su due livelli, offre la possibilità di trasportare il carrello (o più carrelli) da un piano all’altro grazie alla doppia scala mobile.

La cosmetica rivela un’altra strategia tipica di Target: la forte propensione a collaborazioni doc con partner esterni. Nella foto, Boots, retailer Uk della cura persona: il sapore britannico della partnership è sottolineato da scritte e rimandi allo scaffale originale della catena inglese. Le collaborazioni di Target sono state molte: ■ con i designer: Isaac Mizrahi, Michael Graves, Massimo Giannulli e anche Fiorucci; ■ con le aziende: da Nintendo, che ha creato un Gameboy Advance rosso ad hoc, a Sony, che ha lanciato una linea di piccoli elettrodomestici rivolti alle donne e in vendita in esclusiva da Target; ■ con le società media: Target ha collaborato con IFC -Indipendent Film Channel- che distribuisce presso la catena piccoli film indipendenti e con Food Network, canale via cavo dedicato alla cucina e al cibo, per corsi, sempre in dvd.

Le pl sono presenti in tutte le categorie: dal tessile, come Merona, premium pl per l’abbigliamento premaman, a Archers Farm, linea di food biologica.