Aldi porta in Italia un’identità a marchio privato

Aldi
#aspettandoAldi | La catena discount tedesca sbarcherà tra pochissimo in Italia con approccio ambizioso. Per storia e tradizione è forse la regina delle private label, un'expertise pluri-premiata che merita l'attenzione del mondo retail

#aspettandoAldi #15febbraio|

In principio erano solo rumors, poi sono diventate teorie e previsioni, oggi possiamo parlare di date e location ufficiali. Aldi sbarcherà in Italia il 15 febbraio con l'apertura del primo punto di vendita a Castellanza, in provincia di Varese. Un debutto che guarda al nostro territorio con progetti ambiziosi (si parla di almeno 60 store nel Nord del Paese).

Quello che Aldi porta sul nostro territorio, però, non è solo un importante piano di sviluppo ma una visione dell'insegna discount ben definita, fatta di massima convenienza e costante lavoro di qualità e innovazione sul fronte private label. Non si tratta di un approccio nato in risposta ai più recenti trend di mercato, ma di un'identità fondante per il retailer, che fin dai propri esordi ha lavorato in modo mirato, ampio e segmentato su questo business.

L'assortimento a marchio privato di Aldi (almeno 90% del totale) è abbinato a una ristretta selezione a marchio industriale ed è valso alla catena numerosi e recenti riconoscimenti sia per il food che per il non-food. Si parla di circa 200 premi solo nel 2017 vinti dalle private label sia per i nuovi lanci, sia per qualità e certificazioni ottenute, sia per la capacità di rispondere alle nuove esigenze dietetiche, in particolare nel senza glutine.

In tutti i Paesi in cui è presente Aldi utilizza un approccio private label dedicato e almeno in parte localizzato nel gusto e nella proposta (anche a livello produttivo, come nel caso delle referenze a marchio Australian Made per l'Australia). Biologico, salutismo e freschezza rappresentano comunque dei cavalli di battaglia un po' dappertutto, in risposta (rapida ed efficiente) ai più recenti trend. Anche a comparti come il vino (e per l'Italia il discorso si fa interessante) Aldi dedica tantissima attenzione (testato addirittura un pop-up store dedicato).

Stesso discorso per tutto il reparto della certificazione che è adottata a 360 gradi: sull'ittico come su tutti i prodotti "senza", passando per il Parent Tested Parent Approved (Ptpa, i prodotti testati dalle famiglie stesse) e molte altre. Un aspetto, quelle delle certificazioni, che dai consumatori in Italia al momento è meno sentito (probabilmente non sarà così a lungo) ma che resta emblema della più ampia politica di fiducia adottata da Aldi.

La catena discount è stata forse la prima a capire che il termine private label non deve essere necessariamente proposto ai clienti come sinonimo di "accontentarsi", ma che può essere un core business in grado di apportare valore premium all'insegna. Una filosofia che in Italia apre a un grande potenziale di sviluppo e che lascia presagire all'implementazione di tratti di italianità, sia nell'immagine che nell'assortimento, almeno come quanto fatto da Lidl. E il sito online lanciato da Aldi in Italia conferma in pieno questa previsione.

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