Conad denuncia gli ostacoli sulla via delle liberalizzazioni

Un esempio: dall’apertura del primo impianto Conad – nel novembre 2005 – ad oggi (quinto distributore), il risparmio per gli automobilisti nei cinque impianti è stato di 7,7 milioni di euro, pari ad una media di 7,1 centesimi al litro. Quattro soli centesimi di risparmio al litro sul totale erogato equivalgono al valore dei consumi nazionali di pasta secca.
Inoltre occorre precisare che ogni impianto Conad ha un erogato medio di carburanti nove volte superiore ad uno della rete tradizionale: 13,9 milioni di litri contro 1,6 milioni.
Questo è uno dei temi emersi dalla tavola rotonda organizzata da Ancd Conad su “L’evoluzione del commercio tra protezionismo e apertura dei mercati: il ruolo della distribuzione commerciale”, in occasione della presentazione dell’ottavo Rapporto Ancd Conad sulla legislazione commerciale.
C'è però da considerare l’effetto delle iniziative a livello parlamentare e regionale, tese a riportare indietro lo stato delle liberalizzazioni limitando l’apertura di nuovi distributori e ridimensionando il comparto delle parafarmacie. Una situazione che costituirebbe la limitazione della libertà di scelta del consumatore.
«Il rischio concreto è che non si proceda sulla strada delle riforme -sottolinea il direttore generale di Ancd Conad Sergio Imolesi- il protezionismo non è lo strumento idoneo a tutelare le imprese e ridare vigore all’economia. L’Italia ha bisogno di altro: la scelta obbligata è l’apertura dei mercati alla concorrenza. Auspichiamo regole trasparenti, lontane dalle speculazioni finanziarie che hanno determinato l’attuale crisi economica».
Con questa posizione di arretramento il consumatore nesubisce le conseguenze per due motivi: perché viene privato della convenienza di servizi ancor più apprezzati nell’attuale momento di difficoltà economica e poi per il blocco del processo di modernizzazione del Paese.

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