Conad, più servizi contro il calo dei consumi

Un cambiamento strutturale del modello dei consumi, in cui si va ben oltre la diminuzione degli scontrini medi, ma si registrano frenate anche sui beni non comprimibili: il risultato è un altro rallentamento delle vendite e una modifica delle abitudini del cliente. Inoltre, non è detto che, recuperando potere d'acquisto, tornerà a consumare come prima. Questo comporterà una selezione naturale tra i retailer, i quali dovranno adeguare le proprie politiche a una situazione completamente nuova. Questo è il pensiero di Camillo de Berardinis, amministratore delegato di Conad, intervistato da Gdoweek.

In questo contesto quali sono le vostre priorità?
È tassativo riposizionarsi, recuperando efficienza e riducendo costi di filiera e margini, per trovare risorse da investire.

Quali sono le principali aree su cui investire?
In politiche più aggressive. Abbiamo decurtato di 90 milioni i nostri margini, trasformandoli in attività promozionali nazionali, soprattutto sulle Pl. Ciò ci ha premiato, con performance migliori della media dei concorrenti. Abbiamo anche riqualificato la linea Conad e lanciato nuovi marchi: la gamma top Sapori&Dintorni e Creazioni d'Italia, per Coopernic.

La multicanalità continua a rispondere alle esigenze dei clienti?
Sì, in base alle esigenze delle diverse fasce di consumatori. Per questo, il nostro obiettivo è far vivere tutte le nostre insegne - dalla prossimità agli ipermercati - come punti di riferimento, che a un'offerta tradizionale alimentare con un buon rapporto qualità/prezzo abbinano una vasta scelta di servizi, concepiti in un'ottica moderna e declinati in funzione dei singoli formati.

Come si definisce un servizio moderno?
Costruendo un pacchetto di attività aggiuntive e d'integrazione, in grado di qualificare ulteriormente l'offerta dei nostri pdv e centri commerciali.

E quali nuovi business avete individuato?
Oltre all'abbinamento ristorazione-supermercato e al progetto europeo Eupay, attivo da oltre un anno in Toscana, relativo alla possibilità di pagare bollette e tasse comunali nei nostri pdv, stiamo testando la vendita sia di servizi assicurativi - in Emilia Romagna - sia di energia elettrica. Crediamo ci siano potenzialità legate alle carte ricaricabili, che saranno annunciate a breve anche in Italia, esperimento che potrebbe anche ampliarsi al gas.

Anche Leclerc potrebbe suggerirvi nuovi orizzonti ...
Con Leclerc e con i partner di Coopernic c'è uno scambio sempre più proficuo di esperienze e informazioni. Oggi, guardiamo con interesse il successo di Express Drive E. Leclerc, che permette di fare la spesa dal sito internet e ritirarla all'ipermercato, soluzione che ha attirato molti clienti nuovi, al punto da testarla anche senza l'appoggio di un pdv, ma limitandola al solo magazzino. Inoltre, stanno tentando una strada analoga nei prodotti pesanti (pneumatici, detersivi, acque, vini): il consumatore seleziona su un terminale i prodotti, che gli sono consegnati alla macchina dopo il pagamento. Sono soluzioni semplici, dai costi non elevati, ma che richiedono location adatte: soprattutto grandi città, zone ad alta concentrazione di uffici o vicino a località turistiche.

Pensa di applicare queste proposte anche in Italia?
Se avessi un ipermercato a Milano... Ci stiamo pensando. Intanto, oltre che importare progetti, esportiamo esperienze.

Vale a dire?
Leclerc non gestisce la ristorazione: per questo è interessato a self service in-store che abbiamo realizzato nel supermercato di via Gonin a Milano. È un'attività che funziona e che pensiamo di replicare nei superstore. Finora, abbiamo individuato una ventina di posizioni nel Nord e in Toscana. È un modo per far evolvere l'offerta con soluzioni che, dieci anni fa, non avremmo neanche immaginato.

Parliamo delle stazioni di carburanti. Quali i progetti a breve?
Crediamo nel settore, intendiamo lavorarci in maniera prioritaria. Abbiamo già presentato una trentina di richieste, legate perlopiù ai nostri ipermercati e superstore. Oggi, in virtù della nuova normativa, siamo convinti di poter riuscire a ottenere autorizzazioni in tempi più rapidi.

Notizie positive anche per le parafarmacie?
Abbiamo aperto 30 parafarmacie di 70-100 mq, all'interno d'ipermercati e in galleria. In entrambi i casi, riusciamo a guadagnare, contribuendo alla marginalità grazie a fatturati che, in alcuni casi, superano il milione. Per questo, le stiamo inserendo anche nei superstore.

Per superare i limiti dello sviluppo, c'è chi propone di diffondere l'associazionismo tra benzinai e farmacisti: è un progetto realizzabile?
In entrambi i comparti, vogliamo aprire impianti di nostra proprietà: quindi, ipotizzare cooperative di benzinai e farmacisti per ora non è tra le nostre priorità. Certo, alcune forme di aggregazione potrebbero aiutare a superare i vincoli, soprattutto sul fronte degli acquisti delle benzine e nella gestione dei depositi. Più praticabile, invece, una collaborazione sull'occupazione, con l'eventualità di assorbire, nelle nostre stazioni, personale in esubero.

Per le farmacie ci sono maggiori possibilità?
È un argomento sul quale riflettere: potremmo offrire servizi, assortimento e sostegno finanziario, permettendo agli operatori di stare sul mercato e crescere, come facciamo con i nostri soci.
Si parla molto di chilometro zero.

Cosa ne pensa?
L'idea che i prodotti freschi viaggino meno trova tutti d'accordo e richiede una gestione locale, già largamente utilizzata nei nostri pdv. Così, però, non si risolvono le difficoltà della filiera agricola, ancora lunga e polverizzata. Perciò, è necessario trovare meccanismi di sostegno, con depositi di stoccaggio e spazi per le prime lavorazioni, che permettano ai produttori di diventare più competitivi in maniera continua.

Un'ultima domanda sui rapporti idm-gdo: quali le prospettive?
Per ora, non ci sono passi in avanti. Conad, insieme con altre organizzazioni, alla stesura di una legislazione ad hoc preferisce formule di autoregolamentazione del settore: la legge può e deve perseguire gli eventuali abusi, ma non può regolare nè intervenire in trattative tra privati. Personalmente ritengo che dovrebbe essere dato più potere all'Antitrust, da un punto di vista sanzionatorio nella verifica di posizioni dominanti. In ogni caso, l'obiettivo è sviluppare un confronto costruttivo per realizzare partnership proficue.

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