Confcommercio, rilanciare i redditi

Un’ennesima anche se leggera crescita dei costi obbligati, il Pil che pur salendo forse più di quanto la prima metà 2009 lasciava presagire ci porterà nei prossimi due anni a pareggiare rispetto al livello di inizio millennio, redditi reali in calo. Non lascia spazio a grandi ottimismi l’ultimo rapporto dell’Ufficio studi di Confcommercio sul “Commercio dentro la recessione”.

L’analisi

In particolare, l’analisi di piazza Belli conduce a ritenere che nel giro di due anni il peso dei consumi obbligati (casa, energia ecc) sulla spesa delle famiglie sarà destinata a salire al 39% contro l’attuale 38,8%. Nel 2000 la quota era del 35,1%. Se si considera l’erosione del potere d’acquisto avvenuta nel decennio l’effetto sui consumi di beni ha avuto un impatto dirompente.
La crescita delle spese obbligate, sempre secondo la Confcommercio, sarà trainata anche dalla dinamica inflattiva, perché il tasso di aumento sarà in ragione dell’1,8% a fronte dell’1,2% dell’alimentare e dello 0,9% di servizi e non food.

I redditi

Come si può cambiare almeno in parte lo scenario? Per Confcommercio la strada obbligata è quello di una politica dei redditi (ad esempio defiscalizzando le tredicesime), perché la crisi attuale deriva da problemi di reddito e di risparmi. Il 60% delle merci consumate in Italia è di produzione completamente italiana; solo aumentando le disponibilità di spesa aumenta il giro d’affari dell’industria e in definitiva del Paese.

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