Confcommercio, i consumi come antidepressivi

Se può consolare nemmeno nel 2000 nessuno moriva di fame in Italia. La considerazione nasce ricordando quanto detto recentemente dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che commentando i dati di decrescita del Pil ha affermato: “Vuol dire che torneremo al 2006, e non mi pare che nessuno morisse di fame”. Il problema è che il repentino peggioramento delle previsioni economiche ha fatto sì che alla fine dell'anno prossimo ci troveremo con un livello di consumi analogo a quello di 10 anni prima. E a questo punto è quasi da sperare che vada così, perché i lavori del forum di Cernobbio (Co) organizzato dalla Studio Ambrosetti per Confcommercio dal 13 al 15 marzo sono iniziati con una considerazione poco smentibile: le previsioni, che qualche mese fa sembravano pessimistiche, alla prova dei fatti si sono dimostrate ottimistiche.

Il rilancio dei consumi
La ricetta per uscire da una crisi che secondo l'analisi condotta da Mariano Bella, responsabile dell'Ufficio studi di Confcommercio e dal presidente Carlo Sangalli sarà peggiore di quanto si prevedeva appena pochi mesi fa, a causa soprattutto della stasi dei redditi delle famiglie, è una sola: rilanciare i consumi, alleggerendo il carico fiscale delle famiglie e dando alle imprese il credito necessario alla loro attività. Le compatibilità con le esigenze della finanza pubblica si potrebbero trovare, considerando anche che la crescita del servizio del debito potrebbe ridursi drasticamente: ormai i titoli di Stato rendono agli investitori attorno all'1%.
Il vero rischio che però corre il paese, almeno secondo il presidente di Astra Ricerche, Enrico Finzi è quello di desguaglianze sociali in crescita: nessuno, o forse pochi, si stanno arricchendo in questa fase, ma da una parte c'è una fascia di famiglie che potendo contare su redditi di lavoro certi e non avendo grandi investimenti azionari in realtà hanno poco da temere, e anzi possono approfittare di prezzi in discesa. Dall'altra la marginalità o l'incertezza occupazionale e lo spettro di non tirare fine mese. Una fascia di popolazione che sarà costretta a consumare sempre meno e che sta costringendo lò gdo, come ha affermato il presidente di Federdistribuzione Paolo Barberini, a spingere il livello della pressione  promozionale addirittura al 29%  La scommessa è evitare che la recessione, come recitava lo slogan dell'evento, si trasformi in depressione. Nel senso economico ma anche psichiatrico del termine.

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