Coop, eppur si muove. Eccome

Solo un distratto osservatore poteva tacciare Coop di immobilismo senza rendersi conto di quanto epocale fosse il cambiamento che stava per affrontare, un cambiamento culturale prima di tutto che le permettesse di misurarsi adeguatamente ai tempi con la “ragione” economica, senza dimenticare la sua anima politica. L’immobilismo era pensiero, riflessione, movimenti interni che da fuori si intuiscono, ma non si vedono. Poi il via alle danze, da nove le cooperative diventano sei e anche i pesi economici tra queste sei cambiano, questa sarà la Coop più grande. Nel contempo, NovaCoop presenta un piano strategico a sei anni che si offre alle altre cooperative come modello di cambiamento, e ancora Unicoop Tirreno lancia un nuovo format, un fresh di vicinato, una risposta reale al cambio di passo necessario alla distribuzione per poter aggiornare i propri negozi in linea con i desideri del consumatore. Tra poco meno di un mese a Expo aprirà la Coop del futuro, un investimento importante, che sicuramente pesa e peserà sui bilanci di Coop, ma chi ha detto che il cambiamento è gratis?

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