D.It a Bologna per affrontare le nuove sfide della complessità

D.It a Bologna Camattari
La convention di D.It a Bologna è l'occasione per alimentare un fruttuoso dialogo tra industria e distribuzione, alla luce delle analisi del mercato

L'ultima convention a febbraio 2020 se la ricordano tutti, e oggi 13 ottobre 2022 finalmente clienti, soci e fornitori di D.It a Bologna si trovano di nuovo insieme dal vivo. "Non una celebrazione -precisa Alessandro Camattari, direttore commerciale e marketing di D.It- i tempi non la rendono opportuna, ma un'occasione per ragionare insieme sul futuro e sulle strategie utili ad affrontare la complessità". Industria e distribuzione, insieme, cercano di uscire dalle strettoie del consolidato per adattarsi a una situazione completamente diversa e imprevedibile.

La convention D.It a Bologna

L'evento è partito con tre interventi utili a inquadrare il mercato e i consumatori, e a offrire spunti per cavarsela anche in condizioni difficili. Hanno parlato Gianmaria Marzoli, vice president retail solutions Iri, Daniele Fornari, direttore REM-Lab, Università Cattolica e Maurizio Debanne, responsabile ufficio stampa di Medici Senza Frontiere. A seguire una tavola rotonda con alcuni rappresentanti del mondo online e dell'industria di marca, incorniciati dagli interventi di Alessandro Camattari e Donatella Prampolini.

"Di fronte a guerre, diseguaglianze, lo strascico di una pandemia, la crisi ambientale e di sistema, sentiamo di avere una responsabilità - dice Camattari - . Per questo siamo qui a condividere idee che subito, da domani, possano essere d'aiuto alle aziende. Vi invito a levare le posizioni contrapposte di listini e contratti, perché sia la collaborazione a generare valore". La prospettiva è di un 2023 terribile, con una normalizzazione nel 2024. Nel discorso di apertura tanta franchezza e anche un ringraziamento ai collaboratori: "io ne sono uscito abbastanza sfinito, voi ne siete usciti davvero migliori".

Il ruolo di D.It

Le analisi di Iri e del REM-Lab hanno messi in evidenza, fra le altre cose, l'emergere della formula del discount, che di fatto sta entrando in competizione diretta con la prossimità. Camattari riconosce questo pericolo. "Per fortuna c'è altro oltre al prezzo, nel concetto di fidelizzazione, anche se oggi viene dato per scontato e quello che emerge è il tema della convenienza". Un aspetto che non si è fatto notare immediatamente, in maniera dirompente, ma che anzi, nel corso del 2022 è emerso in modo progressivo, prima con gli aumenti su olio e grano a causa della guerra, poi ancora con le aziende energivore frenate dall'impennata dei costi del gas, infine i settori lattiero caseario e agricolo, per ragioni diverse tra cui anche la crisi climatica. "I clienti si sono progressivamente abituati a una situazione di rottura - dice Camattari - e in questo forse noi siamo riusciti ad accompagnarli, Il problema sarà il 2023 quando finirà il credito che le famiglie ci hanno accordato. È bene che industria e distribuzione affrontino il problema molto rapidamente".

A destare preoccupazione anche l'approccio che l'industria ha verso i discount: positivo che ci sia interesse. Meno comprensibile è che non si riesca ad andare oltre il prodotto, ragionando con la gdo verso proposte di marketing e di assortimento che il discount non può cavalcare.

Rispetto agli assortimenti: "Il costo del denaro aumenta - prosegue Camattari -così anche i costi di gestione del Cedi e quelli logistici. Che senso ha mantenere in maniera forzosa assortimenti che non sono legati a una reale domanda? Industria e distribuzione dovrebbero ritrovare i rispettivi ruoli. La prima fa innovazione di prodotto, il retail innova format e proposta commerciale. Se i ruoli sono chiari non c'è contrapposizione. È necessaria una razionalizzazione degli assortimenti".

Come creare valore? Camattari rilancia la possibilità concreta, già attivata, di creare tavoli di lavoro mirati sulle specifiche esigenze. Uno dei temi per esempio è quello delle rotture di stock, che non piacciono all'industria e nemmeno alla distribuzione, ma in questi mesi si sono fatte sentire più che mai. "Occorre trovare altre aree di lavoro extracontrattuali per rendere l'attività più efficace, non solo più efficiente. Soluzioni che non possono essere standard ma che devono essere mirate su ciascuna specifica situazione, perché questa è la complessità".

Donatella Prampolini Manzini: buttare il cuore oltre l'ostacolo

D.It a Bologna PrampoliniL'intervento della presidente di D.It Donatella Prampolini Manzini è altrettanto appassionato e torna indietro agli accaparramenti del 2020 e alle cose eccezionali che il retail è riuscito a fare, a cominciare dalla definizione dei protocolli sanitari. I temi da affrontare sono tanti, l'aumento dei prezzi, che non si può affrontare senza l'industria; la carenza di personale, la necessità di risparmiare, non si sa ancora come, magari rinunciando alle luminarie natalizie, riducendo gli orari di apertura. I contratti scaduti nel 20220, che occorre rinnovare, anche perché senza soldi in tasca i consumatori non consumano. I soci che chiedono una centrale capace di dare risposte. "Evitiamo fughe in avanti - afferma - per cercare di recuperare fatturato facendo cose diverse. La soluzione è nel cuneo fiscale, per ridare potere d'acquisto alle persone e alle imprese. Come D.It non ci vogliamo tirare indietro. Abbiamo fatto molta autocritica, analisi e integrazione tra due marchi, Sisa e Sigma, e ora siamo un'unica azienda disposta a ragionare diversamente, a fare sinergie". L'invito è a buttare il cuore oltre l'ostacolo.

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