Da ProCarton sensibilità ambientale e tutela dei soggetti deboli

Pro Carton presenta a L'Incontro Nielsen 2009 una mostra interattiva che racconta l'approccio degli ipovedenti al packaging e l'attenzione che l'industria di marca mette (o dovrebbe mettere) nella realizzazione di aperture facili e nell'uso di materiali confortevoli, per chi non può contare in maniera completa sull'uso dei 5 sensi.
Nata sulla base dei risultati di una ricerca realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano, la mostra coinvolgerà i partecipanti al Convegno in una sessione di prova al buio di riconoscimento delle confezioni e di apertura e chiusura delle stesse, per sensibilizzare sul tema, che sarà oggetto anche di una relazione tenuta da ProCarton durante la 3 giorni sarda.
“Il nostro obiettivo è spiegare che si può investire in modo intelligente su un packaging che lavori in un'ottica di servizio, migliorando la vita quotidiana di un numero crescente di persone”, precisa Piero Capodieci, presidente di Pro Carton. Che si dice ottimista e fiducioso sul mood attuale e crede nella ripresa, capace di aprire buone prospettive anche per il mercato del cartone e cartoncino, dal momento che le vendite dei prodotti che utilizzano questi materiali come imballo sono calate a fine 2008 e nella prima parte dell'anno per la riduzione delle scorte, e non tanto dei consumi. “La situazione non potrà che migliorare nel corso del 2009, anche se alcune dinamiche di consumo saranno cambiate per sempre: c'è una nuova scala di priorità, in cui il consumatore attiva un ripensamento delle spese inutili e si concentra anche sulla portata 'etica' del suo acquisto”. Anche in considerazione della crescente attenzione che industria e distribuzione dimostrano per i temi dell'ecocompatibilità, del risparmio energetico e dello smaltimento dei rifiuti: “Oggi la sensibilità ambientale sta diventando un elemento di differenziazione, soprattutto per le insegne, che hanno saputo cogliere, oltre al riscontro positivo in termini di immagine, l'importanza dei risparmi che questo approccio consente, sul fronte logistico e degli imballaggi, per esempio”.
Capodieci, infine, guarda al futuro convinto che lo scenario di crisi e turbamento attuale si sia quasi completamente normalizzato, ma con qualche preoccupazione: “Gli interventi degli Stati e i piani programmatici fissati durante il G20 hanno dato un senso di tranquillità generale, ma per le imprese di produzione probabilmente il peggio deve ancora venire: non ci sarà meno rigore sull'erogazione di credito, e dal momento che le società italiane -soprattutto quelle che lavorano con beni di investimento- sono sottocapitalizzate, si potrebbero verificare chiusure e tagli”.

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