Fare branding oggi è parlare alle persone raccontando loro la verità

    L'editoriale della direttrice Cristina lazzati (da Gdoweek n. 12)

    “Dobbiamo imparare tutti a parlare alla persona che sta dentro il consumatore”, così Francesco Giorgino, conduttore del TG1 e docente di branding alla Luiss, ha dichiarato alla Riunione Plenaria Politiche del consumatore, organizzata da Centromarca all’Università Iulm di Milano.

    Giornalisti, esperti tutti a dire che bisogna parlare alle “persone” e non ai consumatori e, se continuiamo a ripetercelo, sembra persino semplice. Ma a ripensarci bene non lo è affatto! Intanto, Le “persone” devono trovare un buon motivo per ascoltare e, a maggior ragione, per interagire. E, quindi non è detto che lascino ai brand tutto questo spazio nella loro vita.

    Ai brand servono contenuti o meglio “argomenti”, che siano coerenti con il proprio posizionamento e pertinenti con gli interessi del loro target di riferimento, ma ancora di più che abbiano il sapore della verità. Oggi fare branding di prodotto significa dichiarare cose vere, reali, che siano comprensibili a tutti, indubitabili. Non è tempo di infingimenti o di promesse che non si possono mantenere.

    È tempo di marche che non giudicano ma che sono pronte a farsi giudicare, umili ma non timide. Marche che sanno parlare, che prendono posizione, che non sono “per tutti” e ne sono coscienti.

    La marca oggi deve aprire le porte, abbandonare il narcisismo che l’ha accompagnata negli anni, deve abbandonare lo specchio e guardare fuori. Siamo passati dall’era del “io ti racconto chi sono” a quella del “ti dico che cosa posso fare per te”. Finito il tempo in cui il brand proponeva i “suoi” sogni, oggi, deve esser propulsore dei sogni di chi la segue.

    Pensiamo a Nike che con il suo “Just do it” inneggia alla perseveranza (nello sport e non solo) e il suo più recente “Don’t change your dream. Change the world” (non cambiare i tuoi sogni, cambia il mondo) è un grido di incoraggiamento, quasi a dire “io ci sono, accanto a te, nelle tue battaglie”. Un messaggio credibile, in quanto coerente con tutto ciò che Nike ha saputo comunicare negli anni. Perché non ci si inventa “sociali” quando non lo si è mai stati.

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