Federalimentare: per il 2010 l’export dà segnali positivi

Anche se i mercati finanziari non risparmiano brividi che potrebbero riflettersi sui comportamenti di consumo, il peggio per l'industria alimentare italiana forse è alle spalle. Lo dice un numero, piccolo ma significativo, un +2,5% di ripresa delle esportazioni, che compensano il calo del 2% delle vendite sul mercato interno. Il dato è stato fornito dal Presidente Gian Domenico Auricchio (nella foto) nella relazione che ha aperto i lavori dell'assemblea di Federalimentare al Cibus di Parma, un consesso caratterizzato anche dalla presentazione di un'indagine del sentiment delle aziende con oltre un secolo di storia alle spalle e che ha rivelato come oltre l'80% di queste imprese di lungo corso guardi al futuro con mederato ottimismo. I lavori sono stati chiusi dall'intervento del ministro della Salute Antonio Fazio che ha sottolineato l'efficacia delle politiche di sicurezza attuate dai nostri produttori.

La relazione

Tornando all'intervento di Auricchio, il presidente ha sottolineato l'importanza che il settore ha per l'economia italiana: se infatti nell'ultimo decennio l'industria nazionale nel complesso ha fatto segnare una decrescita del 18,6%, l'Italian food ha visto un aumento del giro di affari del 10%, confermandosi il secondo settore produttivo nazionale, con 120 miliardi di euro a valore. Sarebbero molti di più se sui mercati internazionali vi fosse tutela dei marchi e delle origini dei prodotti e se l'export italiano potesse recuperare quote di mercato oggi appannaggio della contraffazione.
Di grande rilievo anche un altro punto dell'intervento, quello sui rapporti con la distribuzione: In arrivo c'è un protocollo di intesa con Federdistribuzione, Ancc-Coop e Ancd Conad finalizzato a instaurare un dialogo permanente, regole condivise e una camera di conciliazione.

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