Nella visual comunication instore, servono i contenuti

Crescono a doppia cifra gli schermi utilizzati per il digital signage, ma la vera sfida non è introdurli negli store, ma saperli sfruttare al meglio. Ne parliamo con Lg, Masserdotti, Nec e Samsung (da Gdoweek n. 5)

Schermi di ogni dimensione e forma trovano sempre più spazio nel mondo retail, in quel segmento particolare che si chiama digital signage: utili per fornire informazioni sui prodotti, per visualizzare pubblicità e per migliorare l’esperienza all’interno dello store. Ma se introdurli, una volta superato lo scoglio prezzo, è piuttosto semplice, ciò che latita nel mondo italiano, tranne alcune eccezioni, almeno a detta dei produttori che abbiamo sentito, è la capacità di sfruttarli al meglio generando e gestendo i contenuti da proporre ai clienti. Perché una volta finito l’effetto wow della prima volta, lo schermo deve diventare uno strumento per comunicare con il cliente e interagire con lui. La tecnologia è pronta, gli schermi possono avere memorie interne o un sistema operativo per essere utilizzati quasi come computer stand alone, ma anche con interfacce di rete gestiti centralmente o da remoto tramite piattaforme applicative. Per questo è importante che l’integratore di sistemi sappia anche proporre soluzioni comunicative e che le persone responsabili dell’insegna siano non solo responsabili It, ma anche marketing. “Il concetto è passare dalla pubblicità statica a quella dinamica -ha detto Enrico Sgarabottolo, sales director Tigi Nec Display Solutions-, ma in realtà in moltissimi casi ci si limita a far scorrere immagini o video, anche per mesi. Non dico arrivare all’interazione, ma basterebbe rendere il contenuto dinamico, fresco, aggiornato in base alle esigenze o ai dati che possono essere acquisiti tramite sensori integrati o presenti nel pdv. I nostri monitor sono pensati per evitare l’obsolescenza: la tecnologia di playout integrata può essere aggiornabile con sistemi Ops sostituibili, questo vuol dire che possono essere in grado di gestire un contenuto, che richiede per esempio maggior capacità elaborativa al processore, che l’anno prima non sarebbero stati in grado di visualizzare”.

“Secondo i dati Gfk nel 2018 -ha detto Nicola Micali, product & marketing manager Business Solutions di LG- negli ultimi due anni in Italia c’è stato un vero e proprio boom degli schermi digitali utilizzati in un ambito business: nel 2018 rispetto all’anno prima si è segnato un +10%, che si va a sommare a un +30% tra il 2017 e il 2016. Quello che è successo in questi due anni è l’espansione dei contesti in cui gli schermi digitali sono utilizzati, dalle tipiche installazioni come aeroporti, stazioni, sale conferenze, l’attenzione del mondo retail ha permesso di far crescere la richiesta di questi schermi”. Il formato che ha generato più crescita nel 2018 è stato quello dell’UltraHd, monitor che supportano cioè il 4K (+40%, con un peso del 30% nella proposta generale), sia ad alta luminosità, sia tradizionale. Il segmento più venduto è quello dei 55 pollici, che copre un terzo del mercato, con crescite molto marcate per le dimensioni superiori fino agli 80 pollici. “Dal nostro osservatorio -ha detto Alberto Masserdotti, Ceo di Masserdotti e fondatore di Dominodisplay- registriamo un forte incremento dei monitor da vetrina nei formati 55’’, 43’’, 49’’. Per quanto riguarda la mobility sicuramente sono i tablet 10’’ a mettere a segno la crescita più significativa”.

Quello a cui si è assistito, nel mondo degli schermi digitali è un progressivo passaggio dalla tecnologia introdotta e consolidata in ambito consumer a quello professionale, è il caso della proposta dei monitor Oled , di LG, “che ha consentito di distribuire schermi -precisa Micali- in cui è possibile modellare il raggio di curvatura, sia concavi sia convessi, e ciò permette ai designer digitali di creare installazioni di grande impatto, come quello all’acquario di Dubai in cui sono stati utilizzati 820 schermi curvi per creare un effetto onda sopra la vasca. Il tutto con le caratteristiche tipiche dell’Oled: nero perfetto, il contrasto infinito e design ultraslim”. Una tecnologia ideale per il retail del lusso, grazie allo spessore da 3 mm permette una flessibilità di installazione molto ampia, può essere integrata nel vetro fino ad arrivare all’Oled Transparent con cui creare installazioni in cui lo schermo si presta per valorizzare anche oggetti al suo interno.

L’altra categoria molto importante per LG è l’Ultra Stretch che arriva fino a 88 pollici e permette di essere installato in orizzontale e in verticale: è il caso del negozio Expert ad Amsterdam, completamente “digitalizzato” o la recente installazione al Centro Congressi di Milano (MiCo).

Significativa l’esperienza di Masserdotti, azienda italiana attiva nel digital signage ma con una solida presenza nelle stampe di grande formato, sul connubio tra la stampa tradizionale e i display, “alle potenzialità comunicative di sistemi digitali multimediali e interattivi -spiega Alberto Masserdotti-, si può abbinare sinergicamente una comunicazione analogica realizzata con la stampa. I sistemi digitali, infatti, consentono di stampare grafiche e messaggi sulle più svariate tipologie di supporti che contribuiscono alla personalizzazione dello store, per esempio decorando pareti e pavimenti. In questo modo, digital signage e stampa possono integrarsi sinergicamente per fornire il massimo dell’esperienza a clienti e visitatori dei punti di vendita”.

Samsung deep impact

Il trend nel Ds è puntare sui grandi formati, per aumentare l’impatto della comunicazione. La tecnologia Lcd propone tutte le migliori tecnologie di visualizzazione disponibili (QLed, Hdr, Upscale intelligente dell’immagine) sui tagli da 65” e 75”, fino al 98”. Ma anche VideoWall, disegnati appositamente per essere affiancati restituendo la percezione di un’immagine unica grazie alle cornici ultrasottili. Gdoweek ha incontrato Massimiliano Monti, manager visual display di Samsung.

Quali sono i trend nel Ds nelle grandi superfici?

Un trend che sta nascendo e che vedrà una forte crescita nei prossimi anni è quello della tecnologia Direct Led in ambito indoor, che permette totale libertà di forma e un’ampia gamma di risoluzioni. In questo segmento Samsung porta il suo know how di eccellenza nell’elaborazione dell’immagine e di agilità nella gestione e distribuzione di contenuti su flotte di display attraverso il cloud, tramite il software proprietario MagicInfo adottato con successo già nella nostra gamma display Lcd da 10 anni.

Quali settori del retail hanno investito maggiormente nell’ultimo anno?

Sicuramente i verticali che hanno investito nella digitalizzazione e nel signage sono i franchising della ristorazione, il fashion retail e il luxury.

Come sta muovendosi il settore del fashion sull’interattività?

Con molteplici esperimenti che toccano sia il shopping layout, sia l’utilizzo di display interattivi all’interno del percorso d’acquisto del consumatore. La realtà aumentata può creare processi di gamification tra il device mobile di proprietà dell’utente e la pedonabilità dello store.

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