Fipe chiede al Governo che anche la ristorazione commerciale sia inclusa nel decreto che prevede la cassa integrazione

Il Governo, con il decreto entrato in vigore ieri per contrastare gli effetti economici della guerra in Ucraina, interviene con misure speciali in materia di ammortizzatori sociali che escludono il settore della ristorazione, dell’intrattenimento, del banqueting e del catering, della ristorazione collettiva e del gioco legale ricomprendendo esclusivamente le imprese che occupano fino a 15 dipendenti della ristorazione su treni e navi, delle sale giochi e biliardi e del bingo.

L’esclusione delle attività economiche citate -aggiunge Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi- mette a rischio la tenuta del settore in un momento particolare in cui la ripresa economica risente anche dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. In effetti, fra i settori più scazzottati da questi pazzeschi e clowneschi aumenti delle bollette figurano proprio bar e ristoranti -che nelle città d'arte e di ex turismo internazionale devono ancora recuperare il deserto del Gobi creato dai lockdown a manetta- le attività di catering e banqueting, legate a cerimonie ed eventi, la ristorazione collettiva, penalizzata anche dal massiccio ricorso allo smart working, e quella commerciale, svolta soprattutto lungo gli accessi turistici del Paese: aeroporti, stazioni ferroviarie, aree di servizio autostradali.

"Le parti sociali del settore -conclude Fipe- richiedono pertanto che anche le imprese citate siano ricomprese nelle misure previste in tema di cassa integrazione al fine di salvaguardare l’occupazione assicurando anche ulteriori risorse per il finanziamento degli stessi ammortizzatori sociali, senza alcun onere aggiuntivo per le imprese".

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