Gen Z vs Millennials per Fashion e Beauty

Pinterest app Fashion Beauty Gen Z vs Millennias
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Gen Z vs Millennials, due generazioni a confronto nell'approccio al mondo dell'abbigliamento e della bellezza secondo l'indagine condotta da Soluzione Group sul Global Web Index e basata su un campione di 4.500 donne tra i 16 e i 64 anni amanti del fashion. Lo sguardo ai consumi si arricchisce delle considerazioni sulla piattaforma Pinterest e dei trend letti dall'Osservatorio Non Food di GS1 Italy.

I social nel confronto Gen Z vs Millennials

Gen Z e Millennials hanno quantitativamente un approccio simile ai social, nelle loro ricerche fashion, ma sono diverse le piattaforme che frequentano. Le donne più giovani popolano Youtube, Instagram, ma anche Pinterest, Tik Tok, Twitter; le Millennials prediligono Facebook, un po' snobbato dalle Gen Z, frequentano Linkedin ma seguono poco Tik Tok, social poco gradito alle Baby Boomers come anche Snapchat. Facebook e Youtube insieme a Instagram sono le piattaforme che riuniscono con maggior intensità tutte le generazioni.

Gen Z e Millennials su Pinterest - Beauty

Trend Beauty su Pinterest
Trend Beauty su Pinterest

Anche Pinterest, prima di Instagram, ha una scheda "Acquista" per i prodotti e dalle ricerche fatte su queste schede lo stesso social ha ricavato una serie di dati sugli stili d'acquisto per i mondi bellezza e moda: le ricerche, in entrambe i casi, sono articolate per colore ed effetto del prodotto, ma differiscono nelle preferenze. Sono tendenze che possono offrire un'idea di come si muoveranno le spese. La Gen Z predilige colori tenui mentre i Millennials vanno sui colori decisi. Nel Beauty, color menta, bianco e caramella per gli occhi dei più giovani, labbra rosa o marrone naturale; blu, rosso, verde e oro per gli occhi delle Millennials, sulle labbra glitter e marroni sgargianti. Analoga contrapposizione per le unghie: applicabili, colori pastello estivi e fantasia per la Gen Z; luminosi, animalier per le Millennials.

Gen Z e Millennials su Pinterest - Fashion

Pinterest trend fashion
Pinterest trend fashion

Parlando invece di moda, nelle ricerche di abbigliamento la chiave di ricerca è costruita sull'effetto del capo: la Gen Z cerca abbigliamento ribelle, quindi punta su una funzione prettamente estetica; i Millennials puntano sulla comodità, qualcosa che trascende l'estetica, ma non la esclude. Le ricerche più frequenti quindi per i più giovani vanno su "moda estiva androgina" o "pantaloni con toppe" o "outfit estivo con pantaloncini in pelle nera", jeans a vita bassa e orecchini in argilla. I look comodi dei Millennials spaziano dalla gonna floreale, alla polo per lavorare o a ricerche tipo "outfit con camicia morbida". Se il make up è sgargiante, il look invece punta su colori tenui come beige e lavanda.

 

Moda e Gen Z, contano i valori

Brand più acquistati luxury e fashion Gen Z vs Millennials
Brand più acquistati luxury e fashion Gen Z vs Millennials

Le ragazze della Gen Z stanno impostando un nuovo modo di vedere il mercato che chiede ai brand più valori e consapevolezza. Sono le più fashion-conscious, dice la ricerca, chiedono autenticità e affidabilità ai brand, i quali vengono sostenuti o abbandonati in funzione delle cause che scelgono di abbracciare. Dalla tematica ambientale a quella LGBTQ+ alla responsabilità sociale, e i marchi della moda e del beauty dovranno assecondare questo bisogno. Per ora si cominciano a vedere online una nuova categoria di influencer: quelli con una chiara impostazione green.

Caratteristiche brand per generazione
Caratteristiche brand per generazione

Generazioni a confronto, meglio fisico o virtuale? Le Baby Boomer ci tengono al negozio fisico, le Millennials spingono per l'online. In mezzo c'è Instagram che conquista con l'icona per acquistare direttamente.

I trend dell'Osservatorio di GS1: consumi egoriferiti

A trainare le spese degli italiani nel corso del 2020 per prodotti non alimentari sono i prodotti per la cura personale, il benessere, l'immagine. È uno dei trend emersi dall'Osservatorio Non Food di GS1 Italy, analisi di 13 comparti non alimentari svolta con REF Ricerche e con Metrica/Trade Lab per i canali di vendita e il punto di vista del consumatore.

A registrare vendite sopra la media, attestata sul + 0,2%, sono stati i prodotti di profumeria (+2,9%), automedicazione (+1,9%), gli articoli per lo sport (+1,2%) e i piccoli elettrodomestici (+5,9%).

Focalizzandosi su beauty, emerge che il comparto profumeria ha chiuso il 2019 con vendite per 6,1 miliardi di euro e una crescita annua del 2,9%, che nel quinquennio 2015-2019 diventa +10,9%. L'online è cresciuto del 20% conquistando una quota del 5,2%, ma aspettiamo i dati del 2020-21 per capire meglio le tendenze; i drugstore crescono e le profumerie diventano luoghi esperienziali.

Gli articoli per lo sport sono un altro comparto in costante crescita, da 5 anni a questa parte: 6,2 miliardi le vendite nel 2019, +9,4% dal 2015. GS1 sottolinea la crescita in termini di spesa delle acquirenti donne, +5% nel 2019, che da sole generano il 34,4% delle vendite del comparto. Anche qui cresce l'online, che ha una quota del 12,5%, con una performance significativa per le calzature sportive: +118,2% la crescita delle vendite online dal 2015 al 2019 con una quota del 16,2%, soprattutto da trecking e outdoor. Vedremo presto i dati relativi al 2020 sapendo già quanto lo sport davanti a Zoom abbia cambiato le nostre abitudini.

I dati di GS1 per i consumi in pandemia

Le vendite sono in negativo per tutti e 13 i comparti analizzati, in particolare per abbigliamento e calzature di cui si parla in questo articolo. Il calo riguarda principalmente le grandi catene e le superfici specializzate, mentre l'eCommerce è in crescita, quindi si prevede che per alcuni comparti l'incidenza delle vendite digitali superi il 10% del totale. A giugno i consumi non sono ripresi secondo le aspettative, soprattutto per abbigliamento e pelletteria, sui quali si innesta anche il tema prezzi: i consumatori si aspettano una riduzione, invece i costi di produzione sono aumentati.

GS! Italy - Osservatorio Non food Covid
I consumi non food durante la pandemia, fisico e virtuale - Dati GS1 Italy

L'analisi condotta da Metrica su 1.000 persone dice che solo il 60% a giugno è tornato a visitare un negozio fisico non food. Di questi, il 55% lo ha fatto per una necessità specifica di acquisto, il 33% voleva tornare alla vita di sempre, il 27% voleva tornare a fare shopping, lo zoccolo duro degli amanti delle compere. Tra chi non è tornato instore c'è una buona percentuale che ha addotto motivazioni legate alla paura del contagio: il 26% non si sentiva sicuro, il 21% non voleva frequentare posti affollati.

Le preoccupazioni legate alla sicurezza sembrano rimanere rilevanti ancora oggi, con solo il 29% dei frequentatori di centri commerciali che dichiara di non cambiare le proprie abitudini, mentre ben il 68% dichiara che frequenterà meno i centri commerciali per vari motivi, tra cui la paura di fare troppe file a causa dei nuovi protocolli sanitari.

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