Home video da fisico a digitale? Il punto di Univideo

Nel mercato dell’home entertainment cresce il consumo di contenuti on demand, ma i supporti tradizionali, Dvd e Blu-ray, rappresentano ancora una valida alternativa

Il mercato dell’home video evidenzia un trend in decrescita per quanto riguarda la distribuzione dei supporti fisici, naturalmente a favore di quelli in forma digitale che, al contrario, sono in crescita. In questo senso bisogna distinguere tra le piattaforme digitali in abbonamento, il cosiddetto SVOD (subscription video on demand), e le piattaforme che distribuiscono contenuti on demand a pagamento, in acquisto e a noleggio, il TVOD (transactional video on demand), ed anche quelle che propongono entrambe le forme di fruizione. Il valore di mercato delle SVOD è salito molto, anche se manca un dato italiano consolidato per la difficoltà di reperimento delle informazioni, ed è salito anche il valore del TVOD, ovvero dei singoli contenuti scaricati a pagamento, mentre il valore dei supporti fisici è calato. “La somma del mercato fisico più il mercato TVOD”, spiega Pierluigi Bernasconi, presidente di Univideo (associazione di categoria che rappresenta gli Editori Audiovisivi su media digitali e online), “non è riuscita nel 2020 a mantenere le cifre dell’anno precedente a causa del Covid, e si è attestata attorno ai 211 milioni di euro complessivi, con un calo del 17% circa. A ciò ha fortemente contribuito la mancanza delle uscite di titoli importanti nelle sale cinematografiche e delle loro versioni per la fruizione domestica. Confidiamo in una ripresa nella seconda parte del 2021”.

Pierluigi Bernasconi
Il punto di arresto

In tutto il mondo si assiste ad un calo del mercato fisico a favore della distribuzione di contenuti in forma digitale, e questo trend continuerà. È difficile però stabilire quale sarà il punto d’arresto di questa decrescita, perchè per vari motivi i supporti fisici potranno continuare ad avere un loro mercato. Basta vedere quello che sta accadendo nel mercato audio con la rinascita del vinile. “In molti casi, la qualità intrinseca del Blu-ray ed anche del Dvd non può essere ancora raggiunta dalla diffusione in rete, ed inoltre molte edizioni fisiche di film o serie di film hanno contenuti non disponibili in streaming. Dunque, un pubblico sensibile alla qualità o appassionato al cinema continuerà ancora ad acquistare i supporti fisici, i cofanetti, le edizioni speciali rieditate e/o rimasterizzate con contenuti extended. Le piattaforme video, al contrario di quelle musicali, non riusciranno a supportare la qualità massima ancora per qualche anno”. Il prossimo Speciale Eldom di Gdoweek proporrà sul tema un'intervista dettagliata a Pierluigi Bernasconi.

A tutela dell’Home Video Entertainment

Univideo è stata costituita nel 1984 quando l’Home Video Entertainment era caratterizzato da videocassette e videoregistratori. Le principali aziende di produzione e di distribuzione si sono associate per sostenere un mercato importante e per costituire una controparte che potesse confrontarsi con le istituzioni nazionali ed europee nell’attività di regolamentazione di un settore che si è poi sviluppato anche in canali alternativi come, ad esempio, l’edicola. Nel tempo i supporti si sono evoluti, con il Dvd prima ed il Blu-Ray disc dopo, e con la nascita delle varie forme di streaming che, con l’avvento delle tecnologie digitali, ha consentito la distribuzione on demand dei contenuti video. Oggi l’Associazione conta 27 aziende aderenti, tra le quali vi sono anche piattaforme digitali, editori di periodici ed aziende tecniche, oltre che i produttori e distributori dei cosiddetti “videogrammi”.

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