I vantaggi dell’Rfid in chiave multicanale

Scorte e Nosbos trattate in modo opportuno spingono in alto i risultati e la gestibilità del colosso tedesco C&A, grazie all’esperienza di Checkpoint

La gestione di tempi, processi e magazzini sta ricevendo un fortissimo impulso dalla tecnologia e dalla conseguente richiesta degli utenti. Tra i colossi del retail che avanzano costantemente nella trasformazione digitale oggi necessaria troviamo anche C&A, sia con la sua struttura interna, sia affidandosi a partner specifici.

Il retailer tedesco dell’abbigliamento, nato nel 1841 dai fratelli Clemens e August Brenninkmeijer - dalle cui iniziali prende il nome -, gestisce in 17 Paesi europei ben 1.300 negozi, nei quali sta rinnovando l’aspetto e il layout. Permettere gli acquisti da casa 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con un approccio omnicanale basato su un solido portfolio di store all’avanguardia è un’attività che richiede una continua innovazione. Recentemente, grandi risultati sono venuti grazie a un nuovo intervento nella direzione della gestione del magazzino tramite Rfid, implementato grazie all’esperienza di Checkpoint.

L’azienda ha adottato l’Rfid già nel lontano 2013, inizialmente partendo in un numero limitato di negozi e gruppi di prodotti, espandendosi poi in molti altri negozi e centri di distribuzione in Europa. Il corretto monitoring dei risultati ha sempre indirizzato le successive migliorie della soluzione.

Per esempio, confrontando i negozi con e senza Rfid in Francia nel 2018, si è scoperto che l’implementazione di Rfid ha ridotto il tasso di scorte esaurite nascoste quasi a zero, migliorando la disponibilità dei prodotti e aumentando le vendite.

Checkpoint collabora con C&A da diversi anni, mettendo a disposizione la sua tecnologia Rfid sia all’interno degli store che nei centri di distribuzione. Ciò ha migliorato proprio l’allocazione delle scorte e la loro visibilità nei negozi. Il recente intervento si è esteso oltre i negozi e l’azienda, andando ad analizzare l’importanza dell’inventario in tutta la supply chain e nel miglioramento dell’esperienza d’acquisto, sia in negozio che attraverso i servizi di click & collect.

Alberto Corradini, Business Unit Director Italy e RFreshID Sales Director Emea di Checkpoint

La trasformazione degli strumenti richiede sempre nuova formazione. “La gestione del cambiamento è un elemento chiave per un’implementazione di successo di nuove tecnologie e processi - spiega Hans Peter Scheidt, unit leader merchandise visibility Services di C&A -; per il lancio dell’Rfid nei negozi abbiamo sviluppato un’intera gamma di materiali formativi, incluso uno strumento di eLearning per tutti i dipendenti”. “Checkpoint è presente in tutto il mondo ed è in grado di assicurare un elevato standard di qualità in tutte le country di interesse di C&A - ricorda Alberto Corradini, business unit director Italy e RFreshID sales director Emea - questo ha permesso a C&A da un lato di ottimizzare la customer experience in tutta Europa, dall’altro di semplificare e standardizzare i processi interni con un’elevata accuratezza di inventario”.

È diventata rilevante la gestione dei Nosbos (Not-On-Shelf-But-On-Stock), gli articoli presenti in magazzino ma non in esposizione che risultano un inutile freno alle vendite. Le scorte nascoste nei negozi potrebbero essere ridotte quasi a zero, com’è per la soluzione Rfid di C&A, dove la visibilità delle scorte è stata portata al livello della posizione nel negozio e i Nosbos sono stati ridotti di circa l’85%. “Nell’ambito della nostra trasformazione digitale stiamo valutando le opzioni per sfruttare al meglio Rfid ed Epcis lungo l’intera catena di fornitura e non solo nei negozi - dice Scheidt - ma anche aziendalmente: a seconda dell’applicazione, C&A utilizza una varietà di diversi servizi cloud in cui il repository Epcis è ospitato in un cloud privato”.

La tecnologia rende quindi operativi i flussi di processo, ma non può limitarsi a questa funzione. È infatti necessario che le soluzioni complessive siano sicure sia a livello tecnico, sia nel rispetto delle normative. In questo campo l’Europa si propone come macroarea di riferimento nella difesa della sicurezza e della privacy, con la normativa di riferimento GDPR, General Data Protection Regulation. Anche in questo caso C&A prende molto sul serio questi aspetti. Prima ancora d’implementare l’Rfid, infatti, l’azienda ha effettuato una valutazione dell’impatto sulla privacy per garantire che l’impostazione del sistema sia in linea con le regole del Gdpr, una normativa che ritengono assolutamente prioritaria. “Finora non abbiamo riscontrato problemi di sicurezza e/o privacy e continueremo a operare per garantire la conformità”, conclude Scheidt.

Questione di standard

I sensori Rfid gestiscono i dati tramite Epcis (Electronic Product Code Information Services), lo standard di condivisione dei dati di GS1, la no-profit che gestisce standard aziendali tra i quali i codici a barre. Epcis consente l’acquisizione e la condivisione di informazioni interoperabili su stato, posizione e movimento.

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