Il Cile e le sue eccellenze alimentari interessanti per il consumatore europeo

ProChile
Attenzione alla sostenibilità nelle produzioni e valorizzazione dei territori, il Paese sudamericano ha un export in crescita del +80% in 11 anni

Il tema della sostenibilità porta il consumatore a pensare che siano da preferire, quando si parla di prodotti alimentari, alimenti coltivati e raccolti nel Paese, tutt’al più nel continente più prossimo. In linea di massima sarebbe così, ma è necessario valutare numeri alla mano se possano essere prese in considerazioni altre soluzioni: il Cile si presenta proprio come alternativa sostenibile, pur essendo un Paese a noi distante.

Cile, Araucaria

E si candida, grazie al suo impegno, a diventare protagonista di produzioni ecocompatibili con riflessi positivi nei confronti dei cambiamenti climatici. Il settore alimentare cileno, infatti, gode di un'eccellente reputazione in termini di affidabilità, tracciabilità, sicurezza e di solide infrastrutture, ed è consapevole della propria responsabilità e del proprio potenziale nell'implementazione di misure di cattura del carbonio: si stima che le pratiche di efficienza idrica, l'uso di energie rinnovabili, la gestione dei rifiuti e l'adozione di nuove tecnologie consentiranno al settore di mitigare tra il 3% e il 7% delle emissioni antropiche totali entro il 2030.

Cile, olivo

Dall’olio d’oliva al miele, bontà e tradizione viaggiano di pari passo

In un momento in cui l'Europa tende a privilegiare i modelli di consumo responsabile sulla produzione locale e di prossimità, il Cile vuole dimostrare che lo sfruttamento moderato dei suoi territori può contribuire efficacemente all'adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

Quali sono dunque le eccellenze alimentari cilene, peraltro frutto del know-how delle popolazioni locali, che utilizzano metodi tradizionali di raccolta attenti e rispettosi dei cicli della natura, dunque anche capaci, attraverso la commercializzazione, di garantire la protezione delle foreste native delle Ande e della Patagonia? Per esempio i tartufi neri (4 tonnellate di raccolto nel 2022, quasi tutto dedicato all’export), l’olio d’oliva (45 milioni di dollari di spedizioni nei primi otto mesi di quest’anno), il miele (dalle caratteristiche uniche e tipicità locali quali il miele di Ulmo e di Quillay).

Due elementi vanno precisati. Il primo: si sta parlando di produzioni che beneficiano delle particolari condizioni climatiche del Cile, un'isola fitosanitaria naturale grazie alle barriere geografiche che offrono condizioni climatiche e pedologiche uniche, simili nel Cile centrale a quelle del bacino mediterraneo.

Il secondo elemento: per tutti questi prodotti, e per le esportazioni alimentari in genere, si sta assistendo a una crescita importante. Le esportazioni alimentari cilene sono passate dai 10 miliardi di dollari del 2010 a oltre 18 miliardi nel 2021. Tra gennaio e agosto 2022, hanno raggiunto i 14,3 miliardi di dollari, con un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Il settore, responsabile di oltre un quarto delle esportazioni totali del Paese, spiega la sua crescita con lo sviluppo di grandi mercati come Cina, India e Stati Uniti, ma anche con l'aumento dell’offerta di prodotti ad alto valore aggiunto, con importanti componenti di innovazione e sostenibilità, che trovano in Europa la loro principale destinazione.

Per maggiori informazioni:

Ufficio Commerciale del Cile in Italia – ProChile
Passaggio degli Osii, 2
20123 Milano
italia@prochile.gob.cl
Tel. +3902864093

 

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