Il commercio elettronico è fermo ai valori del 2008

Turismo fermo e crescita delle vendite di abbigliamento. Questa è una delle tendenze attuali dell'e-commerce in Italia così come emergono dall'Osservatorio B2C del Politecnico di Milano presentato presso l'evento organizzato da Netcomm (il Consorzio del commercio elettronico italiano).
Lo scorso anno il fatturato dell'e-commerce è cresciuto del 18% sul 2007, arrivando a quasi 6 miliardi di euro (5,914 nello specifico), costituiti per il 55% dal turismo online, per il 21% da servizi come ticketing e ricariche, per il 9% da informatica ed elettronica, per meno dell'8% dalle assicurazioni. Si tratta di un valore assoluto di poco inferiore a quanto era stato previsto ad ottobre, prima della grande crisi, ma comunque positivo alla luce di ciò che è seguito.

Il "polso" del 2009
L'andamento registrato per i primi tre mesi del 2009, infatti, è a crescita zero: 1.280 milioni di euro di fatturato, come nel 2008. Non che ci si potesse aspettare un trend molto diverso e anche Alessandro Perego, responsabile scientifico Osservatorio B2C, lo conferma: “Il dato è in linea con le nostre aspettative e anche con la situazione internazionale”. Le previsioni sono logicamente piatte per tutto il 2009: attualmente il Politecnico stima un modesto +0,4% di crescita in valore, ma il dato potrebbe cambiare molto quando sarà presentata, il prossimo ottobre, la prossima edizione dell'Osservatorio B2C.
Questo, tuttavia, non significa che il commercio elettronico rallenterà nel complesso: diminuirà del 10% lo scontrino medio, passando dai 250 euro del 2008 a 225 ma, per contro, è atteso un aumento del 10% delle vendite in volumi. Una speranza è alimentata dall'opinione delle aziende interpellate dall'indagine del Politecnico, che per l'80% si dichiarano fiduciose in un incremento del proprio giro d'affari online. Inoltre, c'è la linfa che potrebbero portare le vendite all'estero, attualmente pari al 17% del totale ma attese in crescita del 20%.

Dominano i servizi, crescono i prodotti
Se l'utenza nostrana del Web continua a essere restia nell'acquistare sulla Rete (solo 5,6 milioni di persone hanno vissuto l'esperienza almeno una volta), anche l'offerta italiana di siti di e-commerce persevera nella propria generale arretratezza. Vi sono casi di eccellenza messi in campo da aziende che da anni operano del settore, sottolinea Perego, ma in linea generale gli operatori nel nostro Paese sono ancora pochi e, soprattutto, balza all'occhio l'assenza dalla Rete della grande distribuzione con particolare riferimento a quella food, settore dove solo 1 azienda su 10 opera online.
Sarà anche per questo motivo che in Italia sulle vendite Web continuano a prevalere i servizi (nel 2008 sono stati il 68% del totale) mentre alcuni prodotti non sono acquistati affatto. “I consumatori non comprano i prodotti semplicemente perché non li trovano; provate ad acquistare dei mobili online e vedete se ci riuscite”, commenta provocatoriamente Perego.
I dati del primo trimestre 2009 segnalano tuttavia un cambiamento nel paniere italiano degli acquisti online: diminuisce il fatturato dei servizi (-3% per il turismo) e si muovono in controtendenza molti beni tangibili: +4% per informatica ed elettronica, +19% per editoria e audiovisivi e, come si accennava, un netto +36% per l'abbigliamento, che segnala la vitalità del modello di comportamento degli italiani e anche una tendenza all'evoluzione dell'offerta.

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