Il consumatore ha fiducia nel cibo dell’industria

I ripetuti allarmi in merito alla sicurezza dei prodotti alimentari italiani producono un grave danno di immagine al settore, che con i suoi 113 miliardi di euro di fatturato e 18 miliardi di euro di export, rappresenta il secondo settore produttivo del Paese e occupa 400 mila persone in oltre 6.500 aziende dislocate su tutto il territorio nazionale.
Così, in occasione dei 25 anni dalla sua fondazione, Federalimentare interviene nel dibattito sulla qualità del cibo attraverso il Monitor Doxa-Federalimentare (1000 interviste a un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta oltre 15 anni) intitolato “Gusto responsabile” che, a distanza di quattro anni, rifà il punto in merito all'opinione del consumatore nei confronti del cibo che acquista e di chi lo produce.

L'opinione sul cibo
Gli italiani, secondo Doxa, continuano a fidarsi di ciò che mangiano e di chi lo produce:  il 73%  è soddisfatto del cibo che porta in tavola (75% nel 2004), il 71% ha fiducia nei confronti della sua qualità e il 62% si sente garantito dai controlli fatti dai produttori (60% nel 2004).
La marca, pur continuando a essere il primo fattore nella scelta degli acquisti alimentari (24%) risulta in calo del 4% sul 2004, mentre cresce il fattore prezzo (dal 17% al 20%). Diminuisce invece la rilevanza dell'attenzione prestata alla scadenza (dal 15% al 13%) e agli ingredienti (dal 9% al 6%).
Stabile il fattore consuetudine (“se l'ho già provato”), all'8% e quello promozioni (dall'8% al 9%). Raddoppia, invece, l'attenzione nei confronti della zona di produzione (dal 4% all'8%), in una logica di cresciuta cultura dei prodotti tipici e normati. Comunque, il 51%, secondo quanto percepito dal consumatore, ritiene più sicuri i prodotti dell'industria rispetto a quelli venduti dal contadino (comunque preferiti dal 41% del campione) e che il  rispetto delle norme igieniche (48%) e dei controlli del prodotto dall'origine al punto di vendita (42%) sono i plus in termini di sicurezza.

Etichette e controlli
L'etichetta interessa molto quando serve a orientarsi in tema di alimentazione e benessere: il 66% ritiene infatti adeguate le informazioni  che trova in etichetta per scegliere cibi coerenti con il proprio stile di vita.
E se nel 2004 erano il 69% coloro che andavano a ricercare informazioni su valori nutrizionali e, magari, sul contenuto in grassi o proteine, oggi questo interesse arriva a coinvolgere il 79% del campione.
Chi non legge le etichette, invece, lo fa perché non è in grado d'interpretarle (troppo difficili) 28%, perché non ha tempo (27%) e perché spesso sono troppo piene d'informazioni e alla fine non si capisce nulla (22%).
Infine, la sintesi sulle esigenze dei consumatori si racchiude in più controlli sulle materie prime (51%, contro il 43% del 2004), più controlli nei punti di vendita sulla scadenza e freschezza (dal 35% al 42%) e più controlli in tutte le fasi di produzione (dal 19% al 23%).

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