Il dominus di Esselunga è Bernardo Caprotti

"Il Collegio Arbitrale, costituito da insigni giuristi, ha pronunciato il lodo che ha accertato inappellabilmente che Bernardo Caprotti ha esercitato i suoi diritti secondo i patti sottoscritti con i figli. Bernardo Caprotti è il dominus di Esselunga e della stessa può disporre nel rispetto delle Leggi che governano il Paese".

Con questo scarno comunicato, Esselunga ha dichiarato il risultato raggiunto dal collegio arbitrale sulla disputa che vede in contrapposizione Bernardo Caprotti con i figli Giuseppe e Marina Caprotti.
 
La contesa famigliare riguarda il controllo del gruppo e la titolarità delle azioni: secondo i figli, sarebbero stati lesi i loro diritti con una intestazione delle azioni contraria alle intese e senza contropartita, più di un anno fa.
Il lodo, invece, conferma che le azioni intraprese da Bernardo Caprotti hanno rispettato i patti definiti a suo tempo.

Il parere dei figli
Da parte loro, Giuseppe e Violetta Caprotti dichiarano che il lodo è impugnabile e che è stato pronunciato a maggioranza con una ferma e durissima presa di posizione dell'arbitro Prof. Natalino Irti, il quale ha evidenziato gravi violazioni processuali nonchè giudizi arbitrali contrari a principi di ordine pubblico.

Inoltre, annunciano che il lodo, che ha definito anche di compensare parzialmente le spese, sarà impugnato per le cause ammesse dalla legge; in ogni caso pende un separato giudizio presso il tribunale di Milano volto a ripristinare la legalità della vicenda, la cui prima udienza si terrà il prossimo ottobre.

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