Imballaggi più sostenibili grazie alla linerless technology

L’ottimizzazione dell’uso delle materie prime è un obiettivo primario in tutti i settori produttivi. Il ricorso ad etichette senza liner, ovvero senza il supporto siliconato, è un fattore chiave di sostenibilità nella riduzione dello spreco di materie prime nel packaging

Ridurre l’impatto impatto ambientale grazie ad uso misurato delle materie prime è un obiettivo che non può essere più rimandato. Un’idea diretta ed inequivocabile dell’urgenza del tema scarsità di materie prime arriva dal cosiddetto Earth Overshoot Day (EOD), in italiano Giorno del Superamento Terrestre, ovvero il giorno nel quale, secondo le stime del Global Footprint Network, l'umanità consuma interamente le materie prime a disposizione e le risorse prodotte dal pianeta nell'intero anno. Il dato che emerge dà conto della gravità della “salute” del pianeta: nel 2020, nonostante lo stop forzato di molte attività a causa della pandemia da Coronavirus, l'Earth Overshoot Day è caduto il 22 agosto, comportando una continuazione delle attività globali “a debito” di materie prime e risorse per tutto il resto dell’anno. I dati raccolti fin ora dalla comunità scientifica, inoltre, avvalorano la tesi per cui, procedendo di questo passo, intorno al 2050 l'umanità consumerà ben il doppio di quanto il pianeta produca. Ecco, quindi, che promuovere la sostenibilità, con particolare attenzione a impronta ecologica e biocapacità, è qualcosa che va reso sempre più automatico in tutti gli aspetti della società, attività produttive in primis.

Il potenziale del packaging

In questa cornice, per evitare la trasformazione del globo in un “pianeta usa e getta”, uno degli ambiti con grande margine d’intervento e impatto sull’ambiente è quello degli imballaggi (packaging). Per i grandi numeri con cui hanno a che fare e la massa critica che ne deriva, le aziende di tutti i settori dovrebbero, dare priorità alla riduzione di materiali inquinanti, impegnandosi pubblicamente, ad esempio, ad eliminare la plastica monouso, incominciando con tipologie di packaging superflue e più problematiche per il riciclo e riducendo il numero di imballaggi e contenitori in plastica immessi sul mercato. Di grande aiuto è la pianificazione di investimenti mirati in sistemi di protezione dei prodotti e di consegna alternativi basati sullo sfuso e sulla ricarica. Il packaging ha, di fatto, il compito (oltre che un potenziale ancora in buona parte inespresso) di contribuire in maniera significativa all’utilizzo efficiente delle risorse, oggi più che mai imprescindibile nelle logiche del binomio società /ambiente.
Quindi, per impattare su carrelli sempre più green, è importante non sottovalutare l’importanza di un’etichettatura sostenibile dei prodotti, riconoscendo che, di fatto, l’etichetta è un vero e proprio media parlante con il consumatore, importante nei processi decisionali che portano all’acquisto. Ciò avviene indubbiamente per le sue qualità informative, ma non solo. Infatti, le etichette stesse possono farsi portatrici di sostenibilità nel loro stesso design e composizione.

Un aiuto dalle tecnologie

Un esempio di questo tipo di contributo fronte labelling è offerto dalle cosiddette etichette linerless. Per etichettatura linerless si intende, infatti, una tipologia di etichette adesive caratterizzate dall’assenza di liner, ovvero senza il supporto siliconato su cui sono incollate le classiche etichette prima di essere apposte sui prodotti. Le etichette tradizionali, le cosiddette liner-based vengono, al contrario, organizzate in rotoli in cui la parte adesiva dell’etichetta viene posta sul "liner" e che, una volta terminate le etichette, risulta essere un materiale di scarto. Nella pratica, le etichette linerless sono sensibili alla pressione, appunto progettate senza la matrice di supporto, comportando il mancato scarto di materiale da cui deriverebbero ulteriori emissioni di anidride carbonica per produrlo. In più, così facendo, ogni rotolo arriva a contenere il 30-40% di etichette in più, garantendo risparmi anche in termini di manodopera, trasporti e stoccaggio, con il conseguente vantaggio di ridurre le emissioni di carbonio dell’azienda. Eliminando il liner, inoltre, le etichette presentano svariati vantaggi, che vanno oltre l’attenzione all’ambiente. Infatti, oltre a questioni più tecniche come la riduzione degli ingombri e dei tempi di sostituzione e manutenzione dei rotoli, con conseguente minore frequenza di fermo macchina, vi è anche un grande margine di personalizzazione delle stesse etichette, aprendo un grande fronte anche per un marketing green ad hoc.

Closed-loop packaging system

Facendo rientrare tutto ciò all’interno delle strategie volte a ridurre l’impatto ambientale, la tecnologia linerless per le etichette ricopre un ruolo essenziale in termini di imballi green quali, i quali vogliono rientrare nei cosiddetti “closed-loop packaging system”. Il concetto che sta alla base dell’economia circolare è, infatti, quello di “closing the loop”, il tutto in una sperata sinergia tra l’azione delle aziende e delle loro scelte lato prodotto e materiale, e dei comportamenti di tutti gli attori d’intermediazione (come ad esempio la Gdo) e dei consumatori finali.
Bisogna, infine, tenere a mente che l’eco-compatibilità è diventata un trend. Ciò fa sì che scegliere e ricorre a strumenti in grado di migliorare le proprie performance ambientali, come nel caso dell’etichettatura linerless, rientra nelle azioni per contribuire sempre più pragmaticamente alla diffusione di un green packaging approach, con il valore aggiunto di una riduzione degli sprechi “alla fonte”, vale a dire dalle stesse materie prime.

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