Intervista a Vandana Shiva sugli Ogm come soluzione alla fame nel mondo

Attivista, ambientalista, scienziata, economista, femminista.
Difficile dare un recinto definito alla personalità
di Vandana Shiva, una delle voci di critica più importante
ai fenomeni della globalizzazione e della povertà mondiale.
Proveniente dall'India, con una grande capacità di esprimersi con
schiettezza anche di fronte alle platee più importanti e prestigiose,
Shiva prosegue la sua battaglia quotidiana con un alone di semplice
misticismo popolare e con una profonda consapevolezza dei mec
canismi che fanno ruotare l'economia planetaria.
Di sicuro tutta la sua vita è stata spesa
combattendo la mercificazione dell'uomo e
il sacrificio sull'altare del profitto globale di
larghi strati dell'umanità contemporanea.
Non in un'ottica neo primitivista, come sostengono
i suoi detrattori, ma cercando di
trovare un equilibrio che possa salvaguardare
l'integrità dell'individuo e della società
locale, in tutto il mondo, nei paesi più ricchi
e in quelli meno sviluppati. Di certo quella
combattuta contro gli Ogm è, per Vandana
Shiva, una delle battaglie fondamentali nella
guerra contro la globalizzazione iniqua. E
proprio su questo argomento Gdoweek l'ha
intervistata.
“In 20 anni di commercializzazione di prodotti
Ogm -spiega lapidaria Shiva-, solo le
colture resistenti agli erbicidi e BT sono state
commercializzate con successo. Il motivo per il quale
non si dispone di colture ad alta resa che possano sopperire
ai bisogni dei più poveri è perché la resa di una
coltura non può essere geneticamente accresciuta, ma
è frutto di incroci convenzionali che in tutti questi anni
hanno migliorato via via questo parametro. Tutto ciò
che l'ingegneria genetica ha fatto, dal suo debutto ad
oggi, è stato aggiungere ad alcune colture i geni per la
resistenza agli erbicidi o alla tossina BT in modo che
il rendimento sia strettamente correlato al consumo di
prodotti chimici compatibili, niente più”.

Ma i prodotti Ogm sono stati inizialmente presentati
all'opinione pubblica mondiale come una valida soluzione
per risolvere i problemi di malnutrizione e sottonutrizione
che affliggono cronicamente alcune aree del pianeta. Ritiene
che questa posizione possa ancora essere sostenuta
dall'industria mondiale degli Ogm?


L'ingegneria genetica non può risolvere il problema della
fame. L'unico motivo per il quale si stanno diffondendo
sementi geneticamente modificate è perché l'industria
biotech ha il monopolio sulla fornitura di sementi e
non permette di vendere liberamente sul mercato semi
Ogm-free in alcune aree del pianeta. Tuttavia, la falsa
propaganda che i prodotti Ogm possano essere una
soluzione per la fame oggi è sempre più sbugiardata
in tutto il mondo: secondo i principali istituti mondiali di
rating etici, Monsanto è indicata come l'azienda meno
etica, con le loro azioni in caduta di quasi il 50%, i numerosi
casi portati di fronte all'antitrust e le loro fallite
promesse di ricchezza e prosperità per i contadini, con
la più grande percentuale di suicidi nelle zone di coltura
del cotone BT in tutto il mondo.

Nei file riservati dell'amministrazione statunitense resi
noti dal sito Wikileaks ci sono tracce di pressioni
del governo Usa sul Vaticano per far sì che la Chiesa
Cattolica dia un parere positivo agli Ogm per ragioni
umanitarie …


La maggior parte di sementi geneticamente modificati
che si possono trovare in qualsiasi parte del mondo
vengono venduti da Monsanto e, purtroppo, il governo
americano si considera alla stregua di un rappresentante
di Monsanto piuttosto che indipendente da
interessi corporativi. I files resi noti Wikileaks mostrano
chiaramente all'opinione pubblica le interferenze e minacce
portate avanti dal governo statunitense e dalla
multinazionale, ma occorre dire che io ho sperimentato
direttamente queste minacce provenienti dagli Stati
Uniti in India in tutti questi anni.

Quindi, secondo la sua opinione, l'assunto che combattere
contro gli Ogm significhi contrastare gli Usa è vero. Ma
ci sono differenze d'approccio a queste tematiche tra l'amministrazione
Bush e il governo di Obama?


Purtroppo no. Le persone che hanno controllato le
decisioni in materia di agricoltura nel governo Bush
sono le stesse che prendono le decisioni nell'amministrazione
Obama. Quando Bush è venuto in visita in
India, ha cercato di spingere gli Ogm come soluzione a
tutti i problemi; quando Hillary Clinton è venuta in India
ha fatto propaganda per gli Ogm e quando Obama
ha visitato recentemente l'India ha seguito il percorso
tracciato dalla politica del suo paese negli ultimi decenni
decenni.
Purtroppo, in materia di Ogm, l'amministrazione
Obama non ha espresso la rottura rispetto al governo
Bush che l'ha preceduto.

L'Europa ha mantenuto un atteggiamento cauto verso
i prodotti GM in questo periodo, ma ora ci sono alcune
aperture verso i prodotti GM (patata Amflora di Basf,
carni di animali geneticamente modificati sono considerati
sicuri per l'alimentazione umana). Qual è la sua
opinione circa la posizione del Vecchio Continente?


La maggior parte dei cittadini europei e 50 regioni
d'Europa hanno fatto capire chiaramente che vogliono
far diventare l'Europa come una grande zona Ogmfree.
Naturalmente la lobby dell'industria biotecnologia
ha cercato di influenzare alcuni funzionari ed i politici,
stringendo un rapporto stretto anche con le agenzie
preposte alla sicurezza alimentare che stanno avendo
un atteggiamento più morbido verso gli Ogm. Credo
che le decisioni di un'agenzia non dovrebbero essere
intese come le decisioni del popolo europeo, che dovrà
continuare a far sentire la propria voce.

Qual è il ruolo delle catene distributive internazionali
rispetto alla diffusione di prodotti geneticamente modificati?
Pensa che una politica distributiva basata sull'Ogmfree
possa essere un vantaggio competitivo per un retailer
in Europa? Molte ricerche mostrano che gli europei non
vogliono gli Ogm nei loro pasti quotidiani e le persone che
vivono in Europa oggi sono più preoccupate per i prodotti
biologici e la biodiversità di alcuni anni fa: è possibile
che un nuovo approccio verde al mercato da parte dei
distributori possa far passare in secondo piano i prodotti
geneticamente modificati?

Il potenziale dei cittadini si traduce nel potere di influenzare
il commercio indirizzando le proprie scelte su
determinati prodotti. A loro volta, le catene distributive
possono modificare le loro politiche commerciali nei
confronti del settore primario, scegliendo prodotti Ogm
o Ogm free proprio in virtù della battaglia portata avanti
dai cittadini. Quello del cittadino/consumatore è un
potenziale molto concreto e il fatto che molte regioni si
sono già dichiarate Ogm-free è il risultato di tale pressione.
Poiché l'alimentazione determina la nostra salute
e il benessere, le persone stanno cercando sempre più
cibo buono e sano e stanno diventando sempre più
consapevoli dei rischi connessi agli Ogm, soprattutto
dei pericoli derivanti dall'annientamento della biodiversità.

Lei afferma sempre che globalizzazione e prodotti Ogm
sono due facce della stessa medaglia, usando l'immagine
di un pomodoro immarcescibile che può rimanere per
settimane o mesi su una nave e sugli scaffali in un supermercato
senza alcun problema di conservazione. Pensa
che agricoltura italiana e il mercato italiano abbiano realmente
bisogno di prodotti geneticamente modificati?
L'Italia ha ripetutamente dimostrato che non vuole
coltivare e consumare prodotti geneticamente modificati.
L'agricoltura del vostro paese ha una lunghissima
tradizione di qualità e ha ottimi pomodori freschi e saporiti,
la base della cucina conosciuta in tutto il mondo.
Perché mai andarsi a imbarcare in un'avventura basata
sulla finzione, che fa sembrare fresco il pomodoro
all'esterno e marcio e privo di vita all'interno?

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