La formula di Almaverde per il benessere e la crescita del bio nella gdo

di Nadia Tadioli

“Abbiamo voluto realizzare qui nella Wellness Valley, come Almaverde Bio, il Primo Forum sul Benessere Alimentare per approfondire un tema di stringente attualità: le nostre scelte alimentari hanno importanti riflessi sul benessere, inteso non solo come stato di salute fisica ma anche come perfetto equilibrio tra stile di vita, gusto, piacere, energia e socialità”, ha spiegato Renzo Pieraccini, Presidente di Almaverde Bio. “Quello del biologico è un mercato in crescita, ma avrebbe le potenzialità di crescere molto di più, se ben proposto nella grande distribuzione. Non può essere solo una questione di prezzo, in questo segmento non funziona”.almaverde bio

La soluzione pensata da Almaverde Bio è quella dello shop in shop ed è già possibile vederla in quattro iper Conad, a Bologna, Modena, Forlì e Rimini. Abbiamo evidenziato più volte, in questi anni, che il bio non si vendeva perché spesso non si trovava all’interno dei punti vendita o perché l’offerta non era di qualità. “Ora possiamo dirlo con tutti gli elementi - ha continuato Pieraccini - dove abbiamo realizzato le Isole Almaverde Bio, con una offerta ampia e di qualità, le vendite sono aumentate vertiginosamente. Per dare una idea l’ortofrutta bio che rappresenta normalmente circa il 2-3% del reparto è arrivata, dove ci sono queste isole, al 9-10%”. Sono aree chiaramente delimitate e comunicate, con un layout proprio, dove si vendono frutta e verdura sfusa, insieme alle altre referenze del consorzio. Si parla di circa 130 referenze proposte con una formula di vendita assistita gestita da Almaverde Bio. “Abbiamo sempre pensato che la vera natura del bio fosse lo sfuso e i risultati ci stanno dando ragione: nei primi due negozi in cui è partita questa formula, la vendita dei prodotti bio è più che raddoppiata”, aggiunge Paolo Pari, direttore marketing di Almaverde Bio.

“Per noi è la formula giusta, vogliamo svilupparlo anche con altre insegne. E cercheremo di trovare una formula giusta anche per superfici di medie dimensioni”. A sostenere queste tesi accanto a Piraccini anche Pasquale Strazzullo, ordinario di Medicina Interna dell’Università di Napoli e presidente della Società Italiana di Nutrizione, gli chef Carlo Cracco e Paolo Teverini e il managment di Techno Gym. D'altra parte quello del biologico è un settore che cresce, pari a 2,7 miliardi di euro (AssoBio da dati Ismea, Nielsen), a cui aggiungere 1,4 miliardi di export (Nomisma). Le categorie più consumate sono i derivati dei cereali (23% del totale), frutta e verdure, fresche e trasformate (più del 17% in entrambi i casi), e lattiero-caseari (11,5%). Queste, nel loro insieme, rappresentano circa il 70% delle vendite bio complessive nella grande distribuzione organizzata che, negli ultimi due anni, ha visto crescere il fatturato relativo ai prodotti biologici, con un considerevole incremento nelle categorie dei derivati dei cereali (+19 e +26% circa, rispettivamente) e ortaggi freschi e trasformati (+14 e +20%). “L'ultima tendenza però è quella di abbinare bio e vegan -conclude Pieraccini- non a caso il segmento che anche per noi cresce di più è quello dei cibi a base di proteine vegetali”.

In foto da sinistra: Federico Quaranta, Paolo Teverini, Renzo Piraccini, Cecilia Dazzi, Carlo Cracco

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