La top ten delle Pmi alimentari

Da uno studio settoriale condotto da Icm Advisors, società internazionale indipendente di business advisory e ricerca economico-finanziaria, emergono le dieci piccole-medie imprese più performanti nel settore alimentare. Acetum, Casa Vinicola Sartori, Casoni Fabbricazione Liquori, Fonti di Vinadio, Gruppo Galbusera, Icam, Molinari Italia, Morato Pane, Mutti e Valsoia sono infatti, a detta di Icm, le Pmi chespiccano in termini di crescita del fatturato e redditività. Ciò che ha contribuito maggiormente allo sviluppo di queste imprese è senza dubbio la capacità di crearsi una ben definita identità di marca legata a fattori quali l'unicità del made in Italy e l'eccellenza qualitativa del prodotto. Fra gli asset intangibili, il brand è d'altra parte un punto di forza del settore alimentare e sta acquisendo sempre maggiore valore economico-finanziario. Facilmente identificabile e valutabile, il marchio rappresenta in media dal 20 al 40% del valore d'impresa, con apici in aziende totaly brand-driven in cui arriva ad abbracciare il 40-60% del valore di mercato della società.

Uno sguardo al settore
Negli ultimi anni il comparto alimentare ha registrato un andamento poco brillante dovuto in parte all'elevata frammentazione e a un insufficiente livello di servizi. In aiuto a questo stato di complessità il settore si è giocato nel 2006 la carta delle esportazioni, che hanno trasformato il modello organizzativo del comparto tanto da renderlo, probabilmente, uno dei pilastri dell'industria europea. Ciò nonostante, l'industria alimentare italiana deve puntare a migliorare il livello competitivo delle sue aziende, fortificando l'immagine e il peso del made in Italy sui mercati mondiali e contrastando il fenomeno sempre crescente della contraffazione e delle imitazioni.

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