Lactalis verso il controllo di Parmalat

I francesi si avvicinano alle leve di comando di Parmalat. Lactalis, infatti, ha acquistato per 750 milioni di euro il 15,3% delle azioni del gruppo alimentare italiano dai tre fondi Skagen, MacKenzie e Zenit; il pacchetto così acquisito porta la quota detenuta dei francesi al 29,1%, sotto il livello del 30% al raggiungimento del quale scatta l’obbligo dell'Opa, ma sufficiente comunque a controllare l’azienda di Collecchio.

Ai “salvatori dell’italianità” , che capitanati da Banca Intesa avrebbero voluto dare vita a una cordata tesa a impedire l’operazione di Lactalis (che peraltro in Italia già controlla Galbani, Invernizzi e Cademartori) non rimangono ora che due strade, entrambe problematiche: lanciare un’Opa sul 100% del capitale, con un costo stimabile in 5 miliardi di euro, o sperare in Giulio Tremonti che intenderebbe proporre un decreto contro le scalate delle imprese staniere, che però rischia di incappare nelle ire di Bruxelles.

Preoccupazione
La nuova situazione preoccupa non poco anche gli allevatori che forniscono a Parmalat la materia prima. Su questo fronte si segnala l’intervento di Ambrogio Invernizzi, ad della In.Al.Pi.  che ospita il primo ed unico impianto italiano di latte in polvere. “La Parmalat rappresenta oggi la prima industria italiana del latte e registra un’ottima -e assai desiderabile- posizione finanziaria netta. È quindi una industria ambita per il suo know-how e per il non secondario aspetto finanziario.
Con una cordata straniera, che può contare su una forte politica del suo governo a favore della industria alimentare, si correrebbe il rischio di perdere posti di lavoro ed anche la materia prima potrebbe venire acquistata direttamente in Francia, a scapito degli allevatori italiani".

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