Le associazioni di categoria criticano il decreto sulle energie rinnovabili

Il Governo ha approvato il Decreto Legge sulle energie rinnovabili lo scorso 3 marzo e nel contempo ha anticipato dal 2013 al 31 maggio 2011 la data di termine del Terzo conto energia, ovvero il programma di incentivi per il fotovoltaico. Questo significa che gli attuali incentivi, che si pensava validi  fino alla fine del 2013, finiranno il 31 maggio 2011. Ne consegue che, dal 1° giugno, ci saranno nuovi incentivi che saranno definiti nel prossimo mese dal Ministero dello Sviluppo Economico. Questa svolta inattesa ha creato più di una preoccupazione presso gli operatori delle energie rinnovabili che avevavo avviato, grazie agli incentivi, una stagione positiva di crescita con investimenti e assunzioni. Occorre altresì aggiungere che proprio questo sviluppo, poiché la coperta non è aumentata di dimensioni, rischia di mettere in discussione il settore delle energie tradizionali che raccoglie 40 mld di euro di fatturato e più di 100mila dipendenti. Quindi un riaggiustamento degli incentivi (approfittando dell'aumento dei volumi che ha determinato una diminuzione dei costi di produzione) era nell'aria.

Le opinioni di Assotermica, Co.Aer, Italcogen
Riteniamo utile far conoscere le opinioni delle associazioni di categoria collegate alle rinnovabili. Iniziamo con Paola Ferroli (in foto) di Assotermica (Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici: rappresenta 60 industrie e occupa circa 11.500 addetti e fattura oltre 2 miliardi di euro). “Quando si parla di solare si pensa che ci sia solo il fotovoltaico.  La nostra Associazione, invece, rappresenta anche il solare termico, che è una tecnologia italiana, efficiente e ben adattabile a tutte le realtà costruttive.
Gli obblighi sulle rinnovabili di cui si parla nello schema di decreto e i relativi tempi e modalità di adozione metterebbero in seria difficoltà l’industria italiana del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria (prevalentemente rivolta alla tecnologia delle caldaie a gas di ultima generazione abbinate al solare termico), a favore di tecnologie da f.e.r. (fonti energetiche rinnovabili) per le quali la leadership è in mano a realtà extra-europee.
Assotermica da tempo propone di spalmare l'obiettivo nazionale su una base più ampia di edifici, con interventi più facilmente realizzabili, proposta che assicurerebbe una crescita armoniosa del mercato per le aziende nazionali. Dal punto di vista economico, le attuali soluzioni utilizzanti f.e.r. in grado di garantire le coperture proposte dal decreto risulterebbero un impegno eccessivo per l’utente finale.
La soluzione proposta dall’industria di settore, che prevede di dare continuità alla legislazione vigente mantenendo un requisito combinato con un importante vincolo sulla copertura del fabbisogno annuo di energia primaria richiesta per la produzione di acqua calda sanitaria (almeno al 50% con rinnovabili) e un ulteriore requisito più realistico sul totale RES per la somma dei fabbisogni annui di energia primaria ( dal 20% al 25% ), garantisce invece un impegno economico più contenuto per il singolo utente, oltre che essere di più facile applicazione e penetrazione nel mercato con gli stessi risultati finali.
Da ultimo segnaliamo che, ad oggi, non sono richiesti agli impianti di teleriscaldamento alti valori di efficienza degli impianti di incenerimento. ”

Co.Aer
Ecco il parere di Bruno Bellò presidente Co.Aer (Associazione costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici: 7.250 addetti per una produzione di 1.400 milioni di euro e una quota export/produzione del 38%). “Il recepimento della direttiva relativa alla promozione dell'uso delle rinnovabili è un atto dovuto e necessario al nostro Paese per sviluppare finalmente una politica seria e concreta sull'uso delle rinnovabili che al di là degli impegni presi (20/20/2020) è una decisione indispensabile considerata la situazione negativa relativa all'approvvigionamento energetico del nostro paese.
L'attuazione di queste misure potrà, in particolare, incrementare l'uso delle fonti rinnovabili termiche, fra le quali le pompe di calore che sono più promettenti ed adatte al nostro territorio, ed evitare le speculazioni economiche legate all’impiego di alcune tecnologie di rinnovabili elettriche. Evidenziamo tuttavia che l'atto di recepimento lascia in sospeso alcuni punti importanti che rimandono ad alcuni decreti attuativi, senza i quali non è possibile fare una completa valutazione del decreto.
In particolare le maggiori criticità riguardano:

- l’esclusione degli edifici esistenti (ristrutturati e di superficie inferiore ai 1.000 mq) dagli obblighi di integrazione delle rinnovabili negli edifici,

- la mancanza di flessibilità fra l'obbligo per le f.e.r. termiche e quello per le f.e.r. elettriche.

Ma le maggiori criticità riguardano gli strumenti di sostegno per le rinnovabili termiche dove per gli interventi di piccole dimensioni si dice solo che saranno finanziati tramite le tariffe del gas naturale, ma non si dice come, mentre per gli altri interventi saranno incentivati mediante Titoli di Efficienza Energetica che fanno riferimento solamente all'efficienza senza indicazioni di raccordo con la produzione di energia rinnovabile.
Ci auguriamo quindi che in fase di stesura dei decreti applicativi si possa introdurre una norma che consenta la gestione degli incentivi sotto forma di “conto energia per le rinnovabili termiche”, che premi l’impiego di energia rinnovabile e che i Titoli di Efficienza Energetica possano svolgere la nuova funzione di certificati bianchi come incentivo per le f.e.r. termiche con riferimento agli obiettivi contenuti nel PAN (Piano di Azione Nazionale).”

Italcogen
Conclude la rassegna di opinioni Silvio Rudy Stella, presidente Italcogen (Associazione dei costruttori e distributori di impianti di cogenerazione).
“Per il settore industriale si sono succedute regolamentazioni disorganiche e disarticolate che, seppur presentate come favorenti l’efficienza, hanno invece colpito proprio la possibilità di svilupparne la parte riferita alla cogenerazione diffusa, scenario particolarmente penalizzante per gli imprenditori industriali di taglia medio-piccola che vedono quindi diminuire, in tale periodo di crisi, l’auspicio di abbattere i propri consumi e costi produttivi dando nel contempo un forte contributo per la salvaguardia dell’ambiente. In questo quadro si è posizionato ultimamente il testo del recepimento 2009/28/CE - atto 302 del governo ormai approvato - sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili che inusitatamente ha invaso il campo della efficienza energetica e della cogenerazione creando volutamente sovrapposizioni con le rinnovabili e quindi peggiorando ulteriormente lo scenario e la chiarezza oltre che dal punto di vista dei processi autorizzativi anche delle direttrici di sviluppo nel settore dell’efficienza energetica/cogenerazione che, ritengo, deve essere ben distinto dalle rinnovabili. Si crea inoltre in tal modo ulteriore confusione nel sistema degli incentivi e si impone una forte, tecnicamente improponibile e poco chiara, estensione della applicazione delle rinnovabili negli interventi di ristrutturazione immobiliare che difficilmente potranno essere realizzati”.

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