Le tecniche distributive non sono casuali

Qualche settimana fa in un rinomato giornale economico, ci si poteva imbattere in un articolo in cui un novello Bob Woodward del retail elencava le mancanze che alcuni player del commercio perpetuerebbero reiteratamente ai danni dei clienti-consumatori. Tali tesi sono riportate sinteticamente nel box qui sotto.

La tesi


La replica

Occhio allo scaffale

 Le tecnicalità di merchandising propongono, come sappiamo, ben più sofisticati criteri di allocazione di prodotto a scaffale come, per esempio, la profittabilità di prodotto, la differenziazione nel caso di prodotti programmati o d'impulso, la diversa elasticità allo spazio espositivo, una possibile variante Dillon, la variante del Gm-Roi e le varie “displaystiche” orizzontali e/o verticali di famiglia e/o marca, evoluzioni del veterano Dpp. Peraltro, il differente grado di “sanità” dei prodotti adolescenziali come criterio per determinare la qualità di spazio espositivo è un concetto decisamente ardito.

Cestino vuoto
Difficilmente commentabile. Neanche un laureando in statistica con una tesi sulla teoria delle code riuscirebbe a determinare il numero dei commessi per un supermercato il sabato pomeriggio…

Prezzatura Trabocchetto
Se è così semplice, perché gli operatori del retail investono cospicue risorse, per esempio, per metodologie di datamining (Enterprise Miner o Clementine) atte alla definizione di studi di pricing dinamico ed elasticità incrociate?

Distanze 
Risulta difficile capire quale sia il fondo del supermercato, ma, quand'anche esistesse, il latte (ipotizzo fresco) non si è mai trovato in posizioni così disagevoli. Anche in questo caso (a Economia aziendale I) si insegnano metodologie di analisi mediante trolley tracking (con la tecnologia Rfid), evoluzione sofisticata del primitivo studio dei punti caldi e punti freddi.

Paghi uno compri due
Evidente un'assenza alla lezione sul Promotional Effectiveness Index (Pei) e sull'Intensity Index ovvero l'intensità promozionale. Ricordando che per Pei si intende l'efficacia promozionale ossia l'indicatore che sintetizza l'efficacia di ogni attività promozionale, valutando il rapporto tra le vendite di baseline e le vendite totali effettivamente realizzate, e che l'Intensity Index indica l'incidenza percentuale delle vendite promozionate sul totale delle vendite di un prodotto, è anche opportuno far presente che non necessariamente in tutte le categorie stressando la profondità dello sconto e/o l'Intensity Index aumenta il Pei.

Profumi artificiali
La soglia Fahrenheit per determinare il punto di profumo rassicurante… Se il neoconsumerismo pauperistico ipotizza di utilizzare queste armi per dissacrare velleitariamente le leve del retailing mix siamo a posto. Ma, coup de théâtre, ciò non toglie che in ogni caso il confine tra le più sofisticate tecniche di marketing e l'ammaliamento subliminale sia estremamente labile.

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