È scattato questo lunedì il calendario del fermo pesca che interesserà inizialmente le aree costiere adriatiche. Ma anche se i grandi pescherecci dello strascico e delle volanti rimarranno in porto, il fermo biologico non dovrebbe frenare la ripresa dei consumi ittici: secondo un'indagine del Centro Studi di Lega Pesca, nel periodo estivo gli italiani spenderanno in pesce circa 1.032 milioni di euro e consumeranno 150 mila tonnellate di prodotto, per oltre il 50% provenienza estera. La ripartenza dei consumi ittici arriva dopo un deciso calo della domanda registrato negli scorsi mesi (- 10% nel primo semestre secondo l'Istat), che ha di fatto congelato i prezzi al consumo rispetto al 2008. Attualmente alici e sgombri sono venduti intorno ai 6/7 euro al chilo, calamari e gamberi a 14/16 euro, spigole e orate a 10/12 euro, il pesce spada può arrivare a 23 euro. Per i molluschi, i consumatori possono spendere dai 6,50/8,00 euro per le vongole veraci nostrane ai 2/3 euro per le cozze Italia.
Le specie meno note
«Di questa tenuta dei prezzi beneficiano i consumatori, ma non i produttori - ricorda Lega Pesca - Il ricarico effettuato nei diversi passaggi della filiera fa lievitare oltremodo il prezzo pagato ai pescatori, mentre non supera il 20% se il pesce è comprato direttamente in banchina, grazie alla vendita diretta gestita dalle cooperative di pesca». Anche nel periodo di fermo continueranno la loro attività gli oltre 9000 pescherecci della piccola pesca costiera, artigianale, che rappresenta la grande maggioranza della flotta italiana. Per scongiurare ogni rischio di contraffazione o di scarsa qualità del prodotto di importazione, il consiglio di Lega Pesca è di sperimentare le specie locali meno conosciute, come boghe, sciabole, zerri, sugarelli, alacce, argentine, pesci poco noti ma gustosi e oltretutto venduti a prezzi abbordabili (prezzo medio al kg di 5/6 euro).