L’evoluzione dei sistemi di pagamento verso il digitale

Sistemi di pagamento digitali
Tra i sistemi di pagamento crescono gli strumenti digitali e si aprono nuove strade nelle relazioni fra clienti e retailer sia fisici sia virtuali

Superate le diffidenze verso l’uso dell’uso dei nuovi sistemi di pagamento da parte dei clienti e verificati i vantaggi per i retailer, le tecnologie e gli strumenti per il pagamento elettronico hanno le caratteristiche per diventare veicolo di informazioni e servizi in grado di coinvolgere l’esperienza di acquisto. Perché questo avvenga sono necessari una maggiore conoscenza delle potenzialità offerte dalle tecnologie e dalle soluzioni disponibili per i pagamenti digitali e un abbassamento delle difese di alcune aree di privilegio.

L'Italia indietro nei sistemi di pagamento

Nonostante la crescita del 2021, l’Italia resta il paese con un numero di transazioni pro-capite effettuate con carte di credito molto più basso rispetto ad altri paesi con economie avanzate. “Molto resta ancora da fare per facilitare e consolidare, soprattutto nei piccoli punti di vendita, l’accesso ai pagamenti digitali; se, per esempio, la cancellazione o la riduzione delle commissioni fisse per i pagamenti tramite pos, l’eliminazione delle commissioni per importi inferiori ai 5 o 10 euro o del costo del noleggio del pos, sostituite dall’offerta di nuovi servizi, vanno in questa direzione, la comunicazione agli esercenti dei cambiamenti fatti a loro favore dagli attori tradizionali del sistema bancario non è stata fatta in modo adeguato”, spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano. La crescita dei pagamenti effettuati attraverso l’uso di strumenti digitali che si è verificata nel 2021 (+22% rispetto al 2020) indica che i pagamenti elettronici sono diventati una consuetudine, al punto che, secondo una ricerca sulle attitudini dei clienti condotta dall’Osservatorio Digital del Politecnico di Milano, il 76% delle persone che hanno utilizzato i pagamenti digitali nell’anno passato ha dichiarato di volerlo fare anche in futuro. Il 61% di coloro che hanno aderito al cash back hanno affermato di utilizzare di più i pagamenti digitali da quando hanno partecipato all’iniziativa, nonostante sia stata bloccata.

La spinta dell'eCommerce

“Negli ultimi due anni dallo scoppio della pandemia -racconta Asaro-, c’è stata probabilmente una svolta nella concezione del consumatore rispetto ai pagamenti digitali. Il lockdown ha fatto in modo che molte persone si avvicinassero per la prima volta all’eCommerce e, quando gli utenti si trovano a utilizzare questi strumenti con una certa frequenza -spiega Asaro-, la maggior parte di questi difficilmente torna indietro o quantomeno al livello precedente, perché si trovano bene, soprattutto abbattono dei muri di insicurezza, di timore legato al mondo dei pagamenti digitali e all’online ancora di più, perché c’è tutto il tema delle frodi, dei dati delle carte”. Sul lato esercenti, evidenzia Asaro, i pagamenti digitali sono stati una manna dal cielo, perché hanno permesso a molti, anche i più piccoli, di continuare a lavorare, mentre i consumatori hanno potuto accedere a questi servizi utilizzando i pagamenti digitali.
“È stato l’eCommerce a far scatenare i pagamenti digitali ed è l’eCommerce che per primo ha messo in evidenza la necessità di pagare in maniera unattended (non presidiata) -spiega Roberto Liscia, presidente del Consorzio Netcomm-. Quello che è cresciuto molto, è il pagamento utilizzando altri strumenti non necessariamente basati sulle carte”; si fanno infatti spazio forme di transazione digitale come i pagamenti contactless, quelli per piccole transazioni, quelli basati su wallet e i sistemi basati sull’utilizzo del mobile. “I wallet -continua Liscia-, sono quelli che hanno avuto una maggiore crescita nei pagamenti per l’eCommerce, in particolare PayPal che rappresenta più del 40% delle transazioni nell’eCommerce”. I pagamenti elettronici aprono la strada a nuovi servizi, come il buy now pay later, il pagamento differito in 3 rate al di sotto di una certa soglia, dove i protagonisti sono Klarna, Clearpay, Scalapay, a cui recentemente si è aggiunto PayPal.

Gli strumenti dei sistemi di pagamento

Quando si parla di pagamenti digitali, sottolinea Liscia, ”occorre ragionare su diversi livelli, il primo livello è quello degli strumenti, il secondo livello è come sono vestiti gli strumenti (se c’è o non c’è il wallet), il terzo livello riguarda l’aggiunta al vestito di interfaccia di servizi come il pagamento differito” che sta diventando un elemento che si sposa con i comportamenti delle nuove generazioni che acquistano online e che in questo modo hanno la possibilità di pagare piccoli importi con un differimento di tempo limitato. “Gli strumenti wallet e gli strumenti buy now pay later -aggiunge Liscia-, sono leve di relazione e di ingaggio valutati con grande positività dal consumatore e acquirente online”. Sono strumenti che allargano il mercato, facilitano e incrementano la vendita e sono strumenti che “più gli altri li hanno più tu sei costretto ad averli”, perché altrimenti è come avere un’offerta più debole rispetto al concorrente. Si tratta di strumenti che hanno un costo per i merchant, per cui è ancora in fase di analisi quanto l’aumento del costo si traduca in aumento delle vendite ed aumento del margine.

Cosa può fare il digitale in store

I percorsi di evoluzione dei pagamenti digitali vanno nella direzione dell’interfaccia utilizzata per i pagamenti, della filiera con cui è fatto il pagamento, dal circuito delle carte di credito o di debito o quello del bonifico banca su banca, dei sistemi di valutazione del rischio. Sul fronte dei pagamenti digitali nei punti di vendita, si fanno strada gli strumenti che possono essere utilizzati dagli esercenti per migliorare il modo di fare business e allo stesso tempo consentano di diversificare servizi offerti al cliente. “Sul mercato sono arrivati quelli che vengono chiamati gli smart pos -spiega Asaro-, pos basati sul sistema operativo Android che aprono la strada a una convergenza dei sistemi dei registratori di cassa con i pos. Un esercente può arrivare ad avere uno smart pos in cassa che permette di gestire tante app di pagamento accettabili, di gestire il magazzino, l’ordine e il riordine automatico della merce, di avere il tracciamento dei prodotti, di fare attività di marketing rivolte ai clienti, generare QrCode in automatico, proporre sconti ai clienti”, con il pos che diventa strumento di lavoro per l’esercente e non solo per accettare le carte.

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