Nel 2011 il mercato della pubblicità parte in retromarcia

Secondo i dati Nielsen, nel 2011 il mercato della pubblicità in Italia è partito in retromarcia. Dopo un 2010 positivo, giocato tutto a recuperare, per quanto possibile, la débacle dei 12 mesi precedenti, il primo bimestre del 2011 ha fatto registrare un arretramento del 2% rispetto ad un anno fa. A pesare sul dato negativo sono soprattutto la televisione e la stampa, scese rispettivamente dello 0,5% (a quota 730,8 milioni di euro) e del 7,4% (276 milioni), ma sono calati anche gli investimenti per cinema (-15,3%) e affissioni (-24,1%).

Secondo Nielsen il calo della televisione è dovuto soprattutto alla diminuzione dei livelli di investimento di importanti aziende inserzioniste nei settori alimentari (-7,3%), telecomunicazioni (-8,5%) e farmaceutici/sanitari (-4,3%). Nella stampa, invece, mentre continuna a preoccupare l'andamento dei quotidiani a pagamento (scesi del 5,6%, per un valore di 185,7 milioni di euro nel bimestre), si è confermato il vero e proprio tracollo del free press (-56% a circa 5,7 milioni di euro contro gli oltre 13,3 di un anno fa). Il segno meno si è confermato anche per la stampa periodica, sulla quale ha inciso negativamente la riduzione degli investimenti di settori strategici quali abbigliamento (-4,1%) e abitazione (-14,8%) che hanno influito sull'andamento del mezzo portandolo al -4,3% rispetto al 2010.
Per contro, si è mantenuto il trend positivo degli altri principali mezzi, dove ha continuato a brillare Internet (+15,5% per 49,2 milioni di euro), grazie soprattutto all'aumento di investimenti nei settori automobilistico (+13,5%), media/editoria (+15,6%), distribuzione (+211,8%) e tempo libero. Anche la radio è cresciuta (+1%, per 58,5 milioni di euro), sostenuta dal suo settore più forte, quello automobilistico (+10,9%), e pure il direct mail ha evidenziato buoni segnali (+2,1%, per 78,7 milioni).
Per quanto riguarda i settori, nel 2011 il mercato pubblicitario è partito in generale sottotono, con oltre la metà dei comparti analizzati caratterizzata da variazioni negative. Tra i cosiddetti big spender spiccano le automobili e la distribuzione, che hanno ripreso ad investire in advertising: mentre il primo, dopo la crescita moderata del 2010 ha registra un +9,9%, il secondo è aumento del +7,6%. In affanno, invece, altri importanti settori quali alimentari (-6,6%) e telecomunicazioni, che già nel 2010 avevano avuto difficoltà di ripresa.

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