Nestlé prova i tag Rfid sulla catena del freddo

Nestlé Italia ha realizzato un progetto pilota per il monitoraggio della catena del freddo dei propri gelati, grazie alla tecnologia Rfid. L'idea ha preso corpo nel 2007 su iniziativa di Piergiorgio Marasi, Project Leader di Nestlé, dopo una visita alla catena svizzera di supermercati Manor, dove è stato implementato un sistema basato sull'Rfid per assicurare nei pdv un controllo permanente di tutti i gruppi frigoriferi e congelatori.

Tracking “mobile”
«Ho ritenuto che questo sistema, basato su una rete di sensori wireless autoriconoscenti, potesse adattarsi perfettamente anche al nostro business - ha spiegato Marasi - sia per il bassissimo consumo energetico sia per la capacità di trasmissione dati anche su lunga distanza. In collaborazione con il fornitore della tecnologia, la società elvetica IP01, e la consulenza di Luigi Battezzati, dell'Rfid Solution Center del Politecnico di Milano, abbiamo quindi sviluppato un sistema pilota per tracciare in modalità mobile tutta la catena del freddo, dallo stabilimento di produzione fino al punto vendita, compresi i vari passaggi intermedi».

Si tratta di un network logistico complesso, che mette in moto centinaia di camion e che ha come approdo finale oltre 100mila freezer di proprietà Nestlé. Dopo aver selezionato alcuni siti per la sperimentazione, sono stati installati tag Rfid con sensori di temperatura in due magazzini frigoriferi e nel portale d'accesso alla baia di carico dello stabilimento, così come su cinque camion preposti alle consegne, in due magazzini frigoriferi di un centro di distribuzione primaria, in due aree del freddo di un concessionario e in 50 pdv.

Come funziona
Il primo rilevamento avviene quando un tir sul quale è stato installato un sensore arriva nei pressi dello stabilimento: il reader riceve il segnale dal tag attivo, situato nella cella frigorifera, che ha una portata fino a un km in aria libera e 300 metri nelle normali condizioni di lavoro degli automezzi. Il successivo passaggio avviene al cedi, dove l'antenna registra i tempi di trasporto tra i due siti e le temperature. Ogni tag con sensore veicola un numero ID unico (associato al freezer, dock, area di magazzino o camion al quale il tag è applicato) e registra la temperatura e l'ora della rilevazione. L'ultima lettura avviene quando i camioncini, anch'essi equipaggiati con reader, arrivano ai pdv e raccolgono dati dai freezer presenti nei negozi.

Quando il camion ritorna al deposito, i dati salvati dal reader vengono raccolti da un'altra antenna che li immagazzina in una banca dati. Spiega ancora Marasi: «Oltre agli evidenti benefici derivanti dalla costante e completa visibilità della catena del freddo, il sistema ha il vantaggio di poter essere implementato senza alcuna operatività aggiuntiva per chi lavora sul campo. Visti gli ottimi risultati conseguiti nel progetto pilota, per il quale abbiamo investito circa 40mila euro, stiamo valutando la possibilità di estendere il sistema a tutta la distribuzione primaria».

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